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Ex Ilva

«I soldi delle bonifiche utilizzati per la produzione»

Turco attacca il Governo

L'ex Ilva

L'ex Ilva

«Quando il ministro Urso annuncia su Il Sole 24 Ore che, per garantire la continuità del Siderurgico, giungeranno 150 milioni di euro, non sa che la comunità è ben consapevole dell'origine di tale somma. Si vogliono utilizzare le risorse sequestrate ai Riva e destinate alle bonifiche, per continuare a inquinare senza la minima idea di dove sia diretto quel rudere di fabbrica, sempre più pericoloso per chi ci lavora e per chi ne subisce i danni ambientali e sanitari».

Ad accusare l'esecutivo è il senatore tarantino Mario Turco, vicepresidente del MoVimento 5 Stelle, nonché Coordinatore del Comitato Economia, Lavoro e Impresa

Mario Turco

L'esponente pentastellato ricorda che «già nel Governo Draghi accadde qualcosa di molto simile, e il M5S fu l'unica forza politica a votare in Parlamento in modo contrario ma, giunti a questo punto, sarebbe auspicabile che la politica, così come le parti sociali, facessero fronte comune. Una parte del patrimonio destinato alle bonifiche sarà, a breve, nelle mani dei commissari di Acciaierie d'Italia, affinché ne facciano un uso assolutamente improprio, a seguito dell'introduzione di tale voce sotto il paravento delle “misure finanziarie urgenti per assicurare la continuità operativa degli impianti ex Ilva” all'interno della bozza Dl Agricoltura, ancora in fase di riformulazione da parte del Mef. Il tutto, si legge: “al fine di assicurare la continuità operativa degli stabilimenti industriali di interesse strategico nazionale e la tutela dell’ambiente, della salute e della sicurezza dei lavoratori addetti ai predetti stabilimenti”». 

La replica di Maiorano

“Il vice presidente del Movimento 5 Stelle, in una sua nota piena di errori storici, o forse solo effetto di scarsa memoria, una cosa giusta e condivisibile la scrive: “Taranto non abbocca più”. Taranto non abbocca più alle tante promesse del suo movimento politico, tutte indistintamente non mantenute. Si potrebbero citare, tra le tante, “l’uno vale uno”, lo streaming, l’abolizione delle auto blu, così come le posizioni iniziali su Tav e Tap, ma fermiamoci al tema del momento: l’ex Ilva. Turco non lo scrive apertamente ma dalla sua nota stampa si comprende che la sua proposta sia la chiusura di ciò che definisce: “quel rudere di fabbrica””. Cosi l’onorevole Giovanni Maiorano di Fratelli d’Italia, componente della IV Commissione Difesa della Camera dei Deputati e membro della Commissione Parlamentare Antimafia.

Giovanni Maiorano 

“Ma come ci è diventato rudere – prosegue Maiorano - una fabbrica che, in periodo elettorale i 5Stelle promettevano di chiudere (chiudere tutte le fonti inquinanti) salvo poi con l’allora ministro Di Maio dare il via di fatto alla gestione ArcelorMittal? E chi ha consentito, governando a lungo con le più svariate coalizioni, che si arrivasse ad un punto di non ritorno con la conseguenza del commissariamento? E, infine, qual è la proposta? Quale “futuro diverso pe il capoluogo ionico?” Chiudere ed avviare un processo di desertificazione, modello Bagnoli? Lo si dica apertamente! Il governo Meloni sta cercando ogni possibile soluzione per evitare questa sciagurata ipotesi; con mille difficoltà che sarebbero meno impegnative se anziché fare propaganda con polemiche irricevibili, si facesse un minimo di autocritica e si lasciasse lavorare chi prova a mantenere i livelli occupazionali in un contesto di grave crisi”.

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