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Il dibattito
15 Marzo 2024 - 08:00
Il Comparto 32
Sempre vivace il dibattito sul Comparto 32. Oggi ospitiamo l'intervento di Leo Corvace, storico ambientalista tarantino. Ecco il suo intervento:
Si è ancora alle prese con i tentativi di cementificazione del comparto 32, la zona a ridosso dell’asse Cimino - Porte dello Jonio rientrante nel comprensorio Mar Piccolo - Salina Grande e di particolare pregio ambientale ed alta fragilità idrogeologica. Una lunga storia che deve ora fare i conti con la recente sentenza del Tar, di accoglimento del ricorso inoltrato da Fratelli Marchetti Costruzioni S.r.l.S.
La nuova insidia è determinata dalle ambiguità con cui giunte e consiglio comunale si sono espressi rispetto ai devastanti progetti presentati negli ultimi anni per questa area. È il caso in primo luogo della delibera 370 del 2018. Riprovevole che sindaco e giunta comunale abbiano deciso di non costituirsi in giudizio rafforzando la posizione della società ricorrente nel dibattimento.
Nel 2018 e negli anni successivi vi erano le condizioni per bloccare senza ambiguità i devastanti progetti sul tappeto. Bastava rifarsi alle delibere precedentemente adottate dallo stesso C.C. nella vicenda Sircom, in tutto similare all’attuale: nn. 146/04, 65/007 e 146/2014. Con la prima delibera si respingeva il piano di lottizzazione proposto dalla Sircom, poiché l’amministrazione Comunale non “intendeva espandere il costruito oltre quello già costruito in quanto tutta l’azione amministrativa era tesa alla riqualificazione dell’esistente”. Con la seconda delibera, dello stesso tono, si ribadiva la niente espansione “in aree prive di urbanizzazioni e di particolare interesse paesaggistico e naturalistiche come le aree nord est limitrofe del Mar Piccolo”. Infine con la delibera n. 146, in conseguenza delle decisioni precedente deliberate, si dava mandato al dirigente della direzione urbanistica di non procedere alla redazione del Piano Particolareggiato in località Cimino – Sottozona n. 3.32.
La richiamata delibera n.370/18, invece, non solo non tiene conto delle decisioni precedentemente adottate dallo stesso consiglio comunale ma, pur bloccando momentaneamente il progetto proposto, delinea anche il percorso da seguire per renderlo realizzabile.
Cosa fare dopo la citata ultima sentenza del Tar (n.241/24) di accoglimento del ricorso inoltrato dai Fratelli Marchetti Costruzioni S.r.l.S.. La strada da perseguire è la stessa già adottata ancora per la vicenda Sircom. Anche allora, nel 2004, il Tar accolse il ricorso della Sircom poiché le motivazioni con cui il C.C. aveva bloccato il progetto erano risultate non idonee. Il C.C. si convocò a breve e respinse con la nuova delibera 146/04 il progetto, questa volta con solide motivazioni, non più generiche, che resistettero sia in sede di Tar che di Consiglio di Stato a cui la Sircom si era appellata. In particolare, il Consiglio di Stato ritenne “significativo…il riferimento al decremento demografico o comunque il non verificarsi dell’incremento che si prevedeva all’epoca del PRG (approvato nel 1978). È legittimo il diniego di approvazione di una istanza di lottizzazione, giustificato e motivato sulla base di una mancata crescita demografica, con conseguente ridimensionamento della espansione urbanistica e la scelta di riaggregare e riqualificare l’esistente”.
Leo Corvace
Il Tar, da parte sua, aveva precedentemente specificato come “malgrado nella specie il Piano di lottizzazione proposto dai ricorrenti fosse assistito da un parere di conformità urbanistica, è evidente che la parola ultima in materia spettava all’organo di indirizzo politico dell’ente civico… Quando, infatti, si evoca una pianificazione attraverso la quale si intende privilegiare la riqualificazione dell’esistente, in uno alla esigenza di non espandere il costruito si allude ad una ben precisa opzione pianificatoria, la quale costituisce espressione di discrezionalità urbanistica sottratta a censure se adeguatamente motivata… E’, perciò legittimo il diniego di approvazione di un piano di lottizzazione motivato sulla base della mancata crescita demografica di una città cui abbia fatto seguito il ridimensionamento della espansione urbanistica del Comune e la conseguente decisione di perseguire una opzione di riaggregazione e riqualificazione dell’esistente volta ad evitare la crescita urbanistica a macchia di leopardo”.
Se se si ha la volontà politica, la strada quindi è ben tracciata. Basta riunire il consiglio comunale riaffermando le motivazioni delle delibere precedentemente adottate ed i progetti di cementificazione della zona Cimino – Salina Grande possono essere respinti senza ambiguità. Al redigendo PUG il compito di eliminare, in via definitiva, le devastanti previsioni urbanistiche previste da quello esistente per questa ed altre zone, vedi Galeso.
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