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L'allarme
02 Ottobre 2023 - 12:20
Una veduta dell’Arsenale militare di Taranto (foto d'archivio)
"All'Arsenale della Marina Militare di Taranto l'amianto killer ha interessato la fetta più consistente dei 4489 curriculum di esposizione amianto rilasciati dal Ministero Difesa. Un dato significativo che la dice lunga su quali sono stati all'Arsenale i rischi di inalazione delle polveri di amianto dirette e indirette".
Lo afferma Luciano Carleo, presidente di Contramianto e altri rischi onlus in riferimento ai dati relativi all'esposizione all'amianto dei dipendenti dell'Arsenale militare di Taranto.
"Arsenalotti ammalati per amianto - evidenzia Carleo - La lista delle vittime si allunga e non passa mese senza che ci sia un nuovo caso di patologia tumorale asbesto correlata. A esserne colpito questa volta è un meccanico tubista dell'Officina Congegnatori e Calderai. Mesotelioma pleurico bifasico, epitelioide e sarcomatoide, una diagnosi senza appello di tumore della pleura l'ennesimo cancro dovuto all'amianto che ha colpito un arsenalotto operaio in officina e a bordo della navi marina militare dell'Arsenale di Taranto".
L'operaio ammalato e la sua famiglia si sono rivolti a Contramianto per avere giustizia per questa terribile sofferenza. "Un percorso di dolore che continua e al quale si cerca di mettere argine affidandosi alle cure mediche della chemioterapia ogni tre settimane nella speranza di bloccare l'avanzare del "male brutto". La storia si ripete e si aggiunge alle centinaia di casi di mesotelioma e patologie asbesto correlate in Marina militare presenti nella Rete di Supporto Sociale di Contramianto per l'aiuto alle vittime e alle loro famiglie - spiega Luciano Carleo - L'arsenalotto affetto da mesotelioma ha lavorato presso l'Arsenale di Taranto dagli anni '60 alla metà del duemila come operaio Congegnatore meccanico all' Officina Congegnatori e Calderai tubisti, con il compito di revisionare i macchinari, valvolame tubolature e caldaie tutte rivestite in amianto sulle unità navali a vapore della Marina Militare. Le esposizioni all'amianto sono state dirette ma anche indirette dovute alle polveri cancerogene prodotte dalle contemporanee lavorazioni svolte da altre qualifiche di mestiere quali carpentiere in ferro, saldatori, calderai e tubisti, coibentatori. Una vita in polvere segnata dalle fibre di amianto filamenti letali nei polmoni che decenni dopo presentano il conto infausto del tumore pleurico. Il rischio amianto all'Arsenale di Taranto nelle manutenzioni in officina e a bordo delle navi della Marina Militare era concreto data la massiccia presenza di asbesto. Una presenza letale quella dell'amianto all'Arsenale di Taranto che mieteva vittime già nel 1964 come da lettera della Direzione in Atti Contramianto nella quale riferendosi agli operai del Reparto Coibentatori dell'Officina Calderai si sottolineava il gran numero di decessi prematuri per asbestosi ed affezioni connesse. L'amianto era presente all'Arsenale di Taranto e veniva regolarmente introdotto e conservato nel Magazzino 53 (Deposito Materiali di Amianto) per i fabbisogni dello Stabilimento per le lavorazioni in Officina a bordo Navi. Ancora nel decennio 1971-1981 furono introdotti i più disparati materiali contenti amianto: fibretta, corde, pannelli, materassi, tela, isolante, piastrelle, baderne, fogli, filo. Amianto utile per le lavorazioni di manutenzione navali. Lo stesso referente della Marina Militare, in occasione del prima Conferenza Governativa Amianto del 1999, ammetteva che "Per quanto concerne la Marina Militare occorre rimarcare che le Unità Navali costruite negli anni '50 e '60 e precedenti adottavano è vero per le pannellature coibenti anche rivestimenti che contenevano amianto". Una presa d'atto pubblica anche se sottostimata - osserva il presidente di Contramianto - dato che la massiccia presenza di amianto sul naviglio della Marina militare ha riguardato tutte le centinaia di navi e sommergibili come elencati in Valutazione Tecnica della Inail Contarp del 2014 e successive che indica la contaminazione di amianto in ben 434 unità navali della Marina Militare Italiana. Intanto continua incessante il lavoro della Procura di Venezia che sta investigando sulle morti e malattie d'amianto in Marina Militare per fare chiarezza su quanto accaduto negli ultimi decenni a bordo delle navi e negli Arsenali e rendere così finalmente giustizia alle vittime".
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