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La vertenza

«Con il cementificio la fine di un pezzo dell'industria tarantina»

Cassa integrazione fino al 15 settembre 2024

L'ex Cementir

L'ex Cementir

«In continuità con il percorso portato avanti finora, tutto il fronte sindacale presente e l’azienda, sulla base della disponibilità di risorse messe in campo dalla Regione, si sono accordati per un nuovo periodo in cui si farà ricorso all’ammortizzatore sociale, che però dal 16 settembre di questo mese sarà cigs “per area di crisi industriale complessa” e non più, come è stato nell’ultimo anno, per “transizione occupazionale”. Quel che rileva è che l’ammortizzatore sociale viene garantito non solo fino al termine del 2023, come avevamo auspicato come primissimo risultato, ma fino al 15 settembre 2024, dunque per un intero anno. Questo lasso di tempo consentirà certamente alle parti di lavorare all’individuazione di soluzioni definitive mirate a garantire una effettiva continuità lavorativa».

Giuseppe Farina

Sono Giuseppe Farina, Rsu Cemitaly Usb, Federico Cefaliello e Emanuele Palmisano, coordinamento provinciale Usb Taranto, a fare il punto sulla complicata vertenza Cemitaly, ex Cementir, che la scorsa settimana ha vissuto un momento importante,  con la task force regionale per l’occupazione, a Bari. Presente anche Confindustria Taranto, rappresentata da Giorgio Meschiari, in collegamento video. Un incontro «andato ben oltre le aspettative», secondo i rappresentanti dell’Unione Sindacale di Base, che rivendicano come sia stata «esclusa la possibilità, in questo anno, che vengano risolti rapporti di lavoro se non sulla base della volontarietà espressa dal lavoratore. Intanto coloro che hanno accettato l’incentivo all’esodo, 21 unità lavorative su 40, potranno far slittare il termine della data di cessazione del rapporto di lavoro al momento in cui sarà esaurita la cassa integrazione. Quindi l’azienda chiude la precedente procedura di licenziamento collettivo e ne apre una nuova».

Il disco verde definitivo è in capo al Ministero del Lavoro mentre «va dato atto alla Regione della disponibilità mostrata nel garantire le risorse necessarie a perfezionare questo accordo, in particolare alla task force presieduta da Leo Caroli, per la competenza e la tempestività con cui ha lavorato per dare risposte efficaci al lavoratori» sottolineano Farina, Cefaliello e Palmisano.

Pietro Pallini

Dalla Uil di Taranto, è il coordinatore Pietro Pallini a ricordare come «tre sono state le procedure messe in campo, dal lontano 2018, per tutelare i lavoratori. I primi 12 mesi attraverso una Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria per cessazione d’impresa; per i secondi 12 mesi con un’ulteriore Cigs per transizione occupazionale e quindi le parti hanno esplorato e condiviso un accordo per ulteriori 12 mesi di Cigs, dal 16 settembre prossimo, per area di crisi complessa industriale». Pallini però rimarca come, se la giornata del 6 settembre scorso «è stata una giornata all’insegna della responsabilità, con sicuramente un elemento in più per provare a tirare un barlume di respiro per questi lavoratori», adesso «occorrerà da parte di tutti mirare a una visione futura tesa a insistere per ricercare ogni possibilità/opportunità per mettere fine alla sofferenza di queste quaranta famiglie». Perchè, dice il coordinatore della Uil Taranto, quella dello storico cementificio rappresenta «una brutta pagina di storia che ha segnato la fine di un altro pezzo di industria tarantina». 

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