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Economia e lavoro

«Così Taranto rischia il baratro»

L'associazione Aigi ha incontrato il prefetto Martino

Ex Ilva

Ex Ilva

Una delegazione di Aigi, composta dal vicepresidente Nicola Convertino, da Vladimiro Pulpo, Massimo Zito, Luigi Guida e Palmo Liuzzi, ha incontrato ieri mattina il prefetto di Taranto Demetrio Martino al quale è stato consegnato un documento in cui viene espressa tutta la preoccupazione degli imprenditori riuniti nell’associazione. Il Prefetto ha ascoltato le istanze della delegazione, annunciando che si farà portavoce presso il Governo centrale della richiesta di Aigi finalizzata alla  istituzione del tavolo di crisi per Taranto. “Taranto rischia di sprofondare nell’ennesima e gravissima crisi occupazionale e produttiva. Con la congiuntura che vive il più grande stabilimento siderurgico d’Europa le vertenze aperte continuano a moltiplicarsi e abbracciano settori industriali e vitali del tessuto economico” si legge nel documento, in cui viene ricordato che “Acciaierie d’Italia, Arsenale della Marina Militare, Porto, Leonardo e tutte le altre grandi committenze rappresentano gli asset strategici sui quali si regge l’impianto economico del capoluogo ionico”.

Il settore siderurgico ha fortemente caratterizzato e continua a caratterizzare il tessuto produttivo dell’area tarantina, rimarcano gli imprenditori. “L’ex Ilva rappresenta la risorsa più importante del territorio ma anche la ‘Madre di tutte le Problematiche’ inerenti l’economia della provincia e non solo; da essa dipendono gran parte dei traffici portuali, e l’economia del commercio cittadino. Le imprese chiedono chiarezza, obiettivi chiari, definiti, precisi per orientare gli investimenti. Certezza sulla ripresa della produzione".

Il prefetto Demetrio Martino

Non solo ex Ilva, nel documento. "Chiediamo certezze che comprendono anche il Porto di Taranto che da sempre rappresenta la più grande delle aspettative economiche del territorio. Ma se per la maggior parte dei porti italiani il 2022 è stato l’anno del completo recupero dei volumi di traffico delle merci perduti a causa della pandemia Covid che ha avuto un forte impatto sull’attività nel 2020, per il porto di Taranto il 2022 è stato invece un anno di ulteriore declino dell’attività. Un declino sul quale ha pesato negativamente il calo del traffico commerciale di Acciaierie d’Italia”.

Ma “le incertezze continuano a gravitare anche attorno l’Arsenale della Marina Militare, nonostante le recenti rassicurazioni del Ministro della Difesa che ha scongiurato il rischio di privatizzazione dell’opificio tarantino. La realtà è che oggi Fincantieri e Orizzonti Sistemi Navali domina con le sue aziende partner il territorio ionico dimostrandosi molto restia ad impegnare le aziende dell’indotto Navalmeccanico di Taranto che in quanto a professionalità non è secondo a nessuno. Occorre dunque mettere in campo una strategia che intervenga rapidamente e in maniera efficace sulle singole vertenze, in una logica di emergenza territoriale che deve vedere in prima linea il Governo nazionale"

In questa nuova stagione di crisi attraversata dalla transizione industriale "i Giochi del Mediterraneo 2026 rappresentano l’opportunità di diversificazione economica che la città e il tessuto imprenditoriale attendevano da tempo", spiegano gli imprenditori. "Assistiamo però ad un botta e risposta sterile che tarda a far decollare i progetti. Non giova sicuramente al territorio e rischia di polverizzare questa grande occasione di rafforzamento del tessuto produttivo locale. Ecco perché serve un grande sforzo congiunto da parte del Governo nazionale, Regione ed Enti Locali. Ed è per questo che chiediamo l’istituzione di un tavolo di crisi per Taranto alle forze sociali ed economiche, le associazioni di categoria, i sindacati, i cui iscritti rappresentano la linfa vitale delle nostre aziende, ai parlamentari ionici, agli enti locali e a tutti coloro i quali hanno a cuore le sorti del territorio”.

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