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L'odissea del nuovo ospedale

Tutti i ritardi del San Cataldo

I lavori sospesi mentre si aspettano i soldi

Il progetto del nuovo ospedale di Taranto

Il progetto del nuovo ospedale di Taranto

Temuta, paventata, ipotizzata, sembrava sventata; ed invece eccola, la sospensione dei lavori per il sospirato nuovo ospedale di Taranto, il San Cataldo. Con relativo contorno di accuse incrociate.

«In data 23 maggio 2023 sono stati sospesi i lavori nell’area di cantiere destinata all’alta tecnologia, perché a oggi non è stato ancora adottato il decreto di assegnazione alla Asl Taranto dei 105 milioni per arredi e attrezzature, e nemmeno i 5 milioni di cofinanziamento regionale risultano erogati. Ciò continua a determinare uno notevole stato d’incertezza»: l’annuncio è arrivato ieri, 5 giugno, da parte del presidente della Commissione regionale Bilancio e programmazione Fabiano Amati.

Spiega, Amati, che siamo di fronte ad una «sospensione parziale» dei lavori, che «non si potranno riavviare prima di quattro mesi»: «Se pure fossero assegnati oggi i fondi, la sospensione dei lavori non potrebbe essere revocata prima di quattro mesi, poiché servirebbe la verifica di tutti i requisiti oggettivi e soggettivi degli aggiudicatari (tale attività deve essere concomitante con l’aggiudicazione e non può essere anticipata) e l’attesa del termine di stand still di 35 giorni per ogni contratto. Abbiamo accumulato troppi ritardi, con responsabilità diffuse: nessuno può chiamarsi fuori perché attinenti sia alla fase della richiesta risorse e sia alla fase di autorizzazione e sottoscrizione dell’accordo. Condivido con tutti i componenti della Commissione una grande preoccupazione e non solo per il mancato rispetto del 31 luglio per la fine lavori. Il continuo rinvio nella definizione delle procedure di acquisizione di beni e attrezzature, con il carico delle relative incertezze, potrebbe comportare due clamorosi rischi, ossia l’acquisto di beni tecnologicamente superati o eventuali richieste di aggiornamenti dei prezzi».

Insomma, un pasticcio. Eppure sul nuovo ospedale sembrava essere arrivata una svolta il 25 maggio scorso, con la firma dell’Accordo di Programma al Ministero della Salute che dava il disco verde a questi cento milioni e rotti. Non avevano nascosto la propria soddisfazione i rappresentanti del centrodestra: «Se non fosse intervenuto il governo Meloni a stanziare i 100 milioni mancanti, l’ospedale di Taranto non avrebbe mai visto la fine dei lavori» aveva dichiarato tra gli altri l’on. Giovanni Maiorano di Fratelli d’Italia, ricordando come fosse «settembre 2020 quando, dopo anni di attesa, in piena campagna elettorale per le regionali, l’allora presidente grillino Giuseppe Conte e il presidente Michele Emiliano, inaugurarono la prima pietra dell’ospedale San Cataldo di Taranto. Allegri e felici promisero “sarà pronto in 400 giorni”. E infatti nell’assegnazione del bando era questa scadenza che aveva fatto prediligere la ditta assegnataria, che per raggiungere l’obiettivo avrebbe dovuto lavorare su tre turni. Fu emessa pure un’ordinanza comunale che consentisse il cantiere notturno. Poi il presidente Emiliano ha continuato a fare inaugurazioni una per ogni pietra, accompagnandosi con l’ex segretario Letta o il sindaco Melucci a seconda se si doveva votare per le politiche o le amministrative».

In un gioco di specchi adesso ad intervenire è invece l’assessore alla Sanità della Regione Puglia Rocco Palese, che ribadisce «l’urgenza che il Governo nazionale approvi il decreto definitivo per il finanziamento di 105 milioni di euro per le attrezzature e gli arredi del nuovo ospedale San Cataldo di Taranto. La Regione Puglia è pronta e ha già definito tutti gli adempimenti correlati, compresi quelli relativi al cofinanziamento aggiuntivo. Rimaniamo in fiduciosa attesa degli atti del Governo centrale». 

La replica è contenuta in una nota congiunta del gruppo di Fratelli d’Italia (il capogruppo Francesco Ventola, il consigliere tarantino Renato Perrini, e i consiglieri Luigi Caroli, Giannicola De Leonardis e Michele Picaro): «Siamo nuovamente ‘costretti’ a fare chiarezza: a seguito del protocollo d’intesa sottoscritto lo scorso 25 maggio dal Ministro della Salute e dal Presidente della Regione Puglia, lo stesso Dicastero ha avviato prontamente la procedura per la sottoscrizione dell’Articolato Contrattuale il quale, dopo la firma da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze, dovrà essere ora firmato dalla Regione Puglia la quale, a sua volta, dovrà richiedere l’ammissione al finanziamento al Ministero della Salute. Nessun ritardo, quindi, da parte del Ministero della Salute/Governo: si tratta, quindi, di rispettare i normali tempi tecnici necessari a finalizzare l’Accordo di Programma per il completamento del Nuovo Ospedale San Cataldo di Taranto, per il quale sono allocati 105 milioni di euro».

«Alla maggioranza che governa la Regione e agli esponenti del Pd, però, vogliamo ricordare che Emiliano non ha ancora stanziato i 5 milioni di sua competenza, che non richiedono le stesse procedure burocratiche, ma che fino a sette mesi quando sono stati sempre zitti, mai un sollecito verso i governi Draghi o Conte, dove il Pd è stato a lungo uno degli alleati di quelle maggioranze. Fratelli d’Italia, con il collega Renato Perrini in testa, era stata la prima a sostenere che il San Cataldo aveva come cantiere avuto più inaugurazioni di qualsiasi altra opera terminata. Praticamente inaugurato in ogni campagna elettorale, quando era fin troppo evidente che aver previsto un primo bando insufficiente per il completamento avrebbe portato alla sospensione dei lavori prima o poi. Quel poi è arrivato e le responsabilità sono tutte da ricercare in quei governi rosso-gialli che hanno governato l’Italia e continua a governare la Puglia. Siamo certi ancora per poco» dicono da FdI.

«Per mesi in Commissione Bilancio, attraverso le audizioni e il costante lavoro di monitoraggio, abbiamo cercato di evitare l’interruzione dei lavori. Nelle scorse settimane tutti abbiamo pensato e sperato che i problemi fossero stati risolti per effetto dell’intesa sottoscritta a Roma dai ministri del Governo Meloni. Numerosi esponenti del centrodestra hanno salutato questa notizia con toni trionfanti sottolineando la solerzia del governo amico. La realtà è ben diversa. E impone di attenerci ad una regola: meno annunci, più fatti. Personalmente mi sforzo di farlo ogni giorno. Impegniamoci tutti in questo senso, magari sollecitando le parti in causa ad accelerare al massimo i tempi» dice l’esponente del Partito Democratico in consiglio regionale, Vincenzo Di Gregorio.

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