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Sanità

Reflusso gastroesofageo, eseguiti i primi interventi in Puglia

Al De Bellis di Castellana

Reflusso, in Puglia tecnica all'avanguardia

Reflusso, in Puglia tecnica all'avanguardia

E' uno dei disturbi più diffusi - e fastidiosi - dell'apparato digerente. Ora, per curare il reflusso gastroesofageo è possibile eseguire un intervento chirurgico mininvasivo. L’IRCCS De Bellis di Castellana Grotte è la prima struttura pugliese e la quarta in Italia in cui viene eseguito questo tipo di intervento. Al De Bellis sono stati effettuati già i primi tre interventi di questo tipo coordinati da Jorg Zehetner, professore dell’Università di Berna e uno dei massimi esperti in Europa sul tema.

Una donna di 62 anni e due uomini di 50 e 42 anni con problemi di ernia iatale e incontinenza cardiale le persone che si sono sottoposte all'intervento.

I primi tre interventi sono stati coordinati dal medico svizzero Jorg Zehetner.

 «Questa innovativa procedura chirurgica» spiega il direttore del Dipartimento di Scienze Chirurgiche dell’Irccs “De Bellis” dottor Leonardo Vincenti «permette di curare il reflusso gastroesofageo ripristinando la normale fisiologia del giunto esofagogastrico. E’ una tecnica che non agisce in senso costrittivo, non limita il passaggio di cibo ed evita l’insorgenza degli effetti collaterali più comuni delle attuali procedure chirurgiche. Così si può ottenere un miglioramento significativo nei risultati e nella qualità di vita di questi pazienti che con le tecniche tradizionali arrivava al 50% di possibilità di successo. I primi tre anni di studio di questa metodica – prosegue il dottor Vincenti – ci consegnano risultati che arrivano al 95% di successo con due vantaggi non indifferenti: il ritorno, già dopo una settimana, ad una qualità di vita soddisfacente e l’abbandono della terapia con gli anti acidi inibitori di pompa e questo si può tradurre in un notevole risparmio economico perché si tratta di terapie costose, protratte a lungo termine, con effetti collaterali anche importanti». Inoltre i farmaci trattano solo i sintomi della malattia, ma non risolvono il difetto anatomico della naturale barriera antireflusso.

«In Italia – dichiara il sanitario Roberto Di Paola  finora questo genere di interventi viene effettuato in soli tre ospedali: il Policlinico San Donato e l’Irccs “Galeazzi-Sant’Ambrogio” di Milano e il Buonconsiglio Fatebene Fratelli di Napoli. Ora anche il “De Bellis” di Castellana Grotte è stato individuato dalla “Implantica” come centro pilota per l’acquisizione di un certo numero di casi per far parte di un registro europeo e questo ci onora».

Il De Bellis è il quarto ospedale in Italia in cui si può effettuare questo tipo di intervento

Per il direttore generale Tommaso Stallone «si tratta di un altro, importante passo avanti nell’assistenza e nella ricerca gastroenterologica che sono la ragion d’essere del nostro Irccs». Il presidente del Civ Enzo Delvecchio sottolinea come “la strada intrapresa sia quella giusta e i risultati crescenti del “De Bellis” siano il frutto dell’enorme lavoro di donne e uomini che hanno a cuore un’unica causa: la salute dei cittadini”.

Come funziona

La tecnica laparoscopica prevede l’inserimento di un dispositivo medico chiamato “RefluxStop” che non agisce in senso costrittivo, cioè non limita il passaggio di cibo e inoltre evita l’insorgenza degli effetti collaterali più comuni delle attuali procedure chirurgiche (difficoltà di deglutizione, gonfiore, vomito, difficoltà di eruttazione).
Per il paziente si prevede, quindi, il ritorno dopo una settimana a una qualità di vita soddisfacente e l’abbandono della terapia con gli anti acidi inibitori di pompa. 

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