Notizie
Cerca
Il Siderurgico
19 Maggio 2023 - 14:01
L'ex Ilva
Monta la rabbia, nel sindacato. Aumenta lo sdegno, come i numeri della cassa integrazione allo stabilimento tarantino di Acciaierie d’Italia.
«Nella serata del 17 maggio, senza alcun preavviso, decine di lavoratori sono stati collocati in cigs, anche gli addetti alla sicurezza degli impianti. Si avvia l’Altoforno 2 e aumentano i lavoratori in cassa integrazione: continua così il paradosso della gestione di AdI»: è Guglielmo Gambardella, segretario nazionale Uilm e coordinatore del settore della siderurgia, a riepilogare quanto accaduto nelle ultime ore nella grande fabbrica tarantina.
«Le denunce che avevamo manifestato nella mancata sottoscrizione dell’accordo di Cigs dello scorso marzo si stanno trasformando in realtà confermando la continuità di una gestione aziendale fallimentare dal punto di vista occupazionale e sociale. La ripartenza dell’Afo 2 senza la messa in marcia degli altri impianti per la verticalizzazione è una condizione che non porta nessun vantaggio ad Acciaierie d’Italia, né sotto il profilo occupazionale, con il rientro a lavoro di centinaia di lavoratori, né economico e industriale. Senza un vero piano industriale di rilancio si continua a navigare a vista e questo è inaccettabile» spiega con forza Gambardella, che poi si rivolge al governo, affinchè intervenga «tempestivamente e in maniera definitiva per evitare una pericolosa deriva».
L’esponente della Uilm ricorda ancora come «nel marzo scorso al Ministero del Lavoro avevamo denunciato che non poteva essere in alcun modo lasciata la gestione della Cigs di tremila lavoratori in mano dell’azienda senza alcun vincolo ad un confronto preventivo con le organizzazioni sindacali, nessun impegno nella riduzione dei numeri, nessuna prospettiva industriale e occupazionale. La Uilm non è caduta nel tranello dello scambio di un rateo di tredicesima rispetto al rischio di esuberi strutturali – continua – e l’aumento del numero dei lavori in Cigs conferma che si sta andando nella direzione che avevamo denunciato e di cui noi non ci siamo resi complici e non ci siamo fatti illudere». Per uscire dalla crisi i metalmeccanici della Uilm chiedono subito «un piano industriale, con una diversa governance e un impegno concreto del Governo» per «la certezza di un rilancio industriale, ambientale e sociale vero all’ex Ilva». La certezza è che saranno altri giorni “caldi”. «Nelle prossime ore assumeremo le decisioni su ulteriori iniziative da mettere in campo in continuità con quelle già assunte. Noi non siamo stati mai fermi e siamo stati sempre al fianco dei lavoratori e i lavoratori ce l’hanno riconosciuto» dice Gambardella.
Dalla Fiom Cgil, il segretario generale di Taranto Francesco Brigati critica l’amministratore delegato di Acciaierie d’Italia, Lucia Morselli e chiede a Giorgia Meloni ed al suo esecutivo di «porre fine ad una vertenza che dura ormai da troppi anni. Il Paese ha bisogno di politiche industriali degne di questo nome e non possono trascorrere ulteriori anni in attesa di una transizione ecologica che sembra non arrivare mai. Bisogna intervenire subito e accelerare sull’intervento pubblico, quest’ultima unica soluzione per avviare una seria discussione sul futuro del gruppo, a partire dal piano industriale e ambientale».
«Totale mancanza di coerenza e trasparenza nelle scelte aziendali, incapacità organizzativa nel rispettare gli impegni presi con i lavoratori» è l’accusa di Roberto D’Andrea, coordinatore nazionale siderurgia per la Fiom Cgil.
«Dopo una fase successiva alla firma dell’accordo sulla Cigs, abbiamo registrato un cambio di passo nelle relazioni industriali che facevano da apripista al dialogo sui temi del lavoro, ma a pochi giorni dalla ripartenza di Afo2, i lavoratori tornano ostaggio di una gestione fuori controllo. Invece di diminuire i numeri dei cassaintegrati con la risalita della produzione, li aumenta e questo senza nemmeno avvisare i lavoratori e le organizzazioni sindacali» sono le parole del segretario generale Fim Cisl Valerio D’Alò, per il quale «c’è bisogno di una catena di comando affidabile e coerente, soprattutto ai massimi livelli. Se le condizioni resteranno immutate saremo pronti, coordinandoci con le altre organizzazioni, a mettere in piedi qualunque iniziativa di mobilitazione necessaria. In questo stato delle cose chiediamo ancora una volta al governo di assumersi la responsabilità e dare seguito ad un rapido cambio di governance di Acciaierie d’Italia come da noi richiesto da tempo».
Per Franco Rizzo (Esecutivo Confederale Usb) «anche questo Governo sta lasciando fare al privato e questa non è sicuramente cosa positiva», mentre per l’Ugl il segretario nazionale dei metalmeccanici, Antonio Spera, chiede di «aumentare la quota di partecipazione dello Stato. Oltre a non comprendere le ragioni di tale atteggiamento assunto in maniera unilaterale dall’azienda, cioè senza alcuna consultazione con le organizzazioni sindacali, segnaliamo che una simile condotta mette di nuovo in discussione le Relazioni Industriali, dopo lungo tempo ristabilite. Considerata l’urgenza nonché la necessità di tutelare i lavoratori e salvaguardare gli impianti, chiediamo al Governo di intervenire in tempi rapidissimi attraverso il cambio della governance aziendale».
I più letti
Testata: Buonasera
ISSN: 2531-4661 (Sito web)
Registrazione: n.7/2012 Tribunale di Taranto
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Piazza Giovanni XXIII 13 | 74123 | Taranto
Telefono: (+39)0996960416
Email: redazione.taranto@buonasera24.it
Pubblicità : pubblicita@buonasera24.it
Editore: SPARTA Società Cooperativa
Via Parini 51 | 74023 | Grottaglie (TA)
Iva: 03024870739
Presidente CdA Sparta: CLAUDIO SIGNORILE
Direttore responsabile: FRANCESCO ROSSI
Presidente Comitato Editoriale: DIEGO RANA