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Incidenti in aumento
18 Maggio 2023 - 06:30
Incidenti sul lavoro, ecco i dati
«In Puglia l’area più sensibile al fenomeno degli infortuni sul lavoro è quella di Taranto, legata all’ex Ilva che da sempre pone problemi di equilibrio fra sicurezza, lavoro e salute. Taranto nell’arco di 50 anni ha registrato decine di incidenti mortali sul lavoro e casi di malattie professionali». A parlare è Andrea Tardiola, direttore generale dell’Inail, presente a Bari in occasione del Forum della prevenzione. In questa occasione è stato presentato lo studio «Il fenomeno infortunistico e tecnopatico in Puglia» effettuato proprio da Inail, l’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro.
I dati dicono che, nell’anno 2022, le denunce di infortunio sul lavoro mortale in Puglia sono state 74, con una diminuzione del 22,92% rispetto al 2021. Taranto con 12 casi nei diversi settori produttivi è comunque preceduta da Foggia (25 casi) e Bari (20), e seguita da Lecce (9), Bat - Barletta Andria Trani (5) e Brindisi (3). A livello regionale, 65 infortuni mortali hanno riguardato gli uomini, con un dato in diminuzione del 26,97%, e 9 le donne, dato in questo caso in aumento del 28,57%. I settori più colpiti in Puglia sono stati la gestione dell’agricoltura (15 incidenti mortali nel 2022), e poi costruzioni (9), trasporti e logistica (8), ristorazione e sanità (2). Le denunce per infortuni non mortali, sempre nel 2022, sono state 29.401: la provincia con più casi è quella di Bari (10.770 denunce), seguita da Lecce (4.938), Foggia (4.336), Taranto (3.948), Brindisi (3.095) e Barletta-Andria-Trani (2.314). I settori più esposti sono agricoltura (550 denunce, incremento del 144,44% rispetto all’anno 2021), trasporti e logistica (2.958, +108,31%), alloggio e ristorazione (1.108, +94,39%), costruzioni (1.703, -40,40%). Calano invece i casi in agricoltura (2.082, -6,56%) e nella sanità (2.492, -0,60%).
Altro capitolo dello studio, quello sulle malattie professionali. Nel 2022 nella nostra regione le denunce sono state 4.817, con gli incrementi maggiori a Lecce (+23,35%) e Taranto (+15,42%). Nel 2021 gli infortuni mortali nel Tarantino erano stati 16; le denunce complessive 3.422, in crescita rispetto al 2020 (erano state 3.276).
«La Puglia presenta anche caratteristiche di filiera economica, come l’agricoltura, che è un settore particolarmente esposto al rischio infortunistico», ancora parole del direttore generale Inail, Tardiola, per il quale comunque la regione «è un laboratorio di innovazione interessante» ed ha citato «la app ScacciaRischi, scaricabile sugli app store per cellulari, che usando le tecniche del gaming educa ragazzi e i bambini a riconoscere i rischi di ambiente domestico. E’ una sorta di palestra ed è stata premiata sia dal Forum Pa a Roma sia dal Politecnico di Milano». A livello nazionale, «i dati del primo trimestre del 2023 registrano una diminuzione degli infortuni sul lavoro. Il fenomeno è dovuto alla fine della pandemia. Lo scorso anno si registravano ancora numerosi casi legati al Covid, ovvero contagi in circostanze lavorative. Quest’anno il dato si sta sgonfiando» ma, evidenzia Tardiola, «resta lo zoccolo duro che ci trasciniamo da dieci anni, ovvero un numero elevato di infortuni mortali, circa mille all’anno, per la statistica tre al giorno». C’è poi la piaga del lavoro nero, «che espone di più i lavoratori al rischio di infortuni. Noi quei dati non li leggiamo, li possiamo solo stimare scoprendo che il tasso infortunistico regionalizzato in settori come l’edilizia è più alto al Centro-Nord rispetto al Sud». «Questo significa che al Sud c’è una maggiore diffusione di lavoro informale che nasconde molti infortuni e che i casi, soprattutto quelli non mortali, sono sottostimati». Il dg Inail ha inoltre chiarito che «il lavoro precario e quello meno strutturato, anche se formale, comporta comunque maggiori rischi a causa del minore investimento sulla formazione».
Il report di AdI: «Nel Siderurgico dati in calo»
Il direttore generale dell’Inail, Andrea Tardiola, ha evidenziato che «In Puglia l’area più sensibile al fenomeno degli infortuni sul lavoro è quella di Taranto, legata all’ex Ilva che da sempre pone problemi di equilibrio fra sicurezza, lavoro e salute. Taranto nell’arco di 50 anni ha registrato decine di incidenti mortali sul lavoro e casi di malattie professionali». Nel Rapporto di Sostenibilità 2021, l’ultimo disponibile, presentato da Acciaierie d’Italia, l’azienda che gestisce ora lo stabilimento siderurgico riporta questi dati: gli infortuni totali sono stati nel 2019 173, di cui uno mortale ed uno con prima diagnosi di 40 giorni. Nel 2020 gli infortuni totali sono stati 89, di cui uno con prima diagnosi di 40 giorni, mentre nel 2021 sono stati 100: 0 mortali, 0 con prima diagnosi. La fonte dei dati è il Servizio aziendale di prevenzione e protezione.
Nella sezione indici infortunistici Acciaierie d’Italia evidenzia come «nel 2021 non si sono presentati casi di infortuni gravi e mortali (...) I risultati ottenuti negli ultimi anni dimostrano l’efficacia del Sistema di Gestione della Sicurezza. Il coinvolgimento, l’informazione e la formazione dei lavoratori sono elementi essenziali per la prevenzione e mitigazione degli effetti degli infortuni». Ancora, si legge che «il tasso di infortuni, calcolato come numero di infortuni per milioni di ore lavorate, presenta un trend decrescente nel triennio e stazionario rispetto all’anno scorso». Il tasso di frequenza totali degli infortuni nel 2019 era 13, nel 2020 e 2021 era 9. «Negli ultimi tre anni le tipologie di infortuni più ricorrenti sono attribuibili ad urti, cadute e falsi movimenti». Nel 2022 e nel 2023 non si sono registrati infortuni mortali tra i dipendenti diretti di Acciaierie d’Italia.
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