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Il libro

Taranto, crocevia d’acciaio e memoria

Antonio Nigro firma un saggio che è insieme analisi storica, riflessione politica e atto d’amore per una città ferita e resiliente

Taranto, crocevia d’acciaio e memoria

Taranto, crocevia d’acciaio e memoria

Nel libro “Taranto. Dalla prima alla seconda industrializzazione. Con riferimenti storici nazionali (Anyname Edizioni, 2025), Antonio Nigro firma un saggio che è insieme analisi storica, riflessione politica e atto d’amore per una città ferita e resiliente. In 196 pagine dense ma accessibili e che andrebbero lette soprattutto in questi giorni, l’Autore ripercorre le tappe fondamentali della trasformazione di Taranto, da roccaforte militare a epicentro industriale del Mezzogiorno, con uno sguardo che non si limita all’orizzonte  locale ma si intreccia con le dinamiche nazionali.

Nigro parte dall’Unità d’Italia, quando cioè la costruzione dell’Arsenale Militare segna l’ingresso di Taranto nella modernità. È il primo atto di una industrializzazione che, pur portando sicuramente sviluppo, impone già un prezzo altissimo in termini ambientali e sociali. Il secondo atto arriva poi negli anni ’60, con l’istituzione del IV Centro Siderurgico, che diventerà vera e propria croce e delizia del Mezzogiorno e di Taranto in particolare. Questo impianto industriale rappresenta un colosso che promette lavoro e benessere a molti, ma che nel tempo finisce per diventare simbolo esso stesso di contraddizioni e conflitti. Il merito del libro sta allora nella capacità dell’autore Antonio Nigro di connettere la storia tarantina con quella dell’Italia intera, quella cioè delle scelte politiche, crisi economiche, illusioni del boom industriale e le ferite lasciate dalla deindustrializzazione.

Tutto viene ricondotto a un quadro più ampio, dove Taranto diventa metafora di un Sud che lotta per non essere solo periferia. Lo stile del Nostro è asciutto, rigoroso, ma mai freddo o asettico. Nigro scrive invece con la passione di chi conosce il territorio e lo trasfigura con la lucidità di chi sa che la memoria non è nostalgia, ma strumento per capire il presente. Non mancano allora riferimenti a fonti storiche, dati economici e testimonianze locali, che contribuiscono a rendere il testo solido e credibile.  “Taranto. Dalla prima alla seconda industrializzazione” non è solo un libro per studiosi o appassionati di storia industriale e, nello specifico, del nostro Sud. Può anche rappresentare per molti versi un invito a riflettere su come si costruisce (e si distrugge, se vogliamo) il futuro industriale e sociale di una città. È una denuncia implicita perfino ma, al contempo, anche una proposta: quella di non dimenticare, di non arrendersi, di ripensare il rapporto tra sviluppo e dignità delle persone.

Nigro ci consegna un’opera che è, in fondo, un atto politico nel senso più alto del termine, perchè parlare di Taranto significa parlare dell’Italia, delle sue scelte, delle sue responsabilità. E farlo con onestà intellettuale è già un passo verso il cambiamento, soprattutto nel contesto stesso che si sta vivendo oggigiorno e nelle dinamiche anguste che lo attanagliano.

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