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Teatro dialettale

Debutto con applausi per il “Festival Majorano”

Successo per la commedia “’U conte ca no conde” di Mimmo Fornaro

Una foto di scena

“’U conte ca no conde” (foto di scena)

metà fra i classici della commedie goldoniane (con pennellate di farsa napoletana e del genere ‘vaudeville’ di Feydeau) e i più popolari lavori del teatro dialettale tarantino. È stato un successo la nuova commedia di Mimmo Fornaro, “’U conte ca no conde”, messa in scena dagli attori del suo ‘Laboratorio’ che sabato scorso al Fusco ha aperto la quinta edizione del festival del teatro dialettale “Alfredo Majorano”, istituito dal Comune e realizzato dalla “Compagnia Teatrale Lino Conte” su mandato della Fita Puglia. Sfiorato il "sold out", ma solo per l’impossibilità di diversi spettatori di trovare parcheggio (il dramma del Borgo!) costretti così, dopo tanti giri, al ritorno a casa dopo la disdetta della prenotazione, ripromettendosi però di assistere a un’eventuale replica.

Molto gradimento ha riscosso soprattutto l’originalità del copione del bravo commediografo tarantino (anche regista e autore delle musiche) subissato di applausi, così come tutti gli attori della compagnia, durante la passerella finale.

È stata apprezzata l’alternanza del parlato in lingua con quello dialettale (preponderante il primo) nello sviluppo di una trama, alquanto paradossale, ambientata in epoca settecentesca, in una casa nobiliare con attori stravaganti, adeguatamente abbigliati dalla sarta Maria Vozza (ben 88 anni!)

Mimmo Fornaro in una foto di scena

La trama

Il protagonista della vicenda, il conte Alberico (interpretato da Eros Galiano) è privo di grandi mezzi finanziari in quanto continuamente gabbato dai suoi disonesti mezzadri e perennemente con la testa fra le nuvole per una cocente delusione amorosa. Nonostante ciò, molte donzelle ambirebbero a impalmarlo, ma niente riesce a distoglierlo dal pensiero della donna che non ha più. Dall’alto di un austero e maestoso ritratto, assiste e commenta sarcastico le vicende del figlio, il conte padre (Daniele De Tuglie), impossibilitato a intervenire perché ormai nel regno dei più. Intanto due teatranti che si spacciano per il barone Alvaro di Collomoscio e la figliola, la pseudo-baronessina Beatrice, (interpretati da Mimmo Fornaro e Ilaria Nesta) fanno visita al conte in cerca di ospitalità. E si dà il via a una serie di divertenti equivoci, in cui è coinvolta in vario modo la servitù: le domestiche Concetta e l’imbranata Margherita, interpretate rispettivamente da Mina Abbattista e Nunzia D’Ettorre, e lo scattante Anselmo (Riccardo Dipalma). Divertente la macchietta del notaio (Pasquale Fazio) dall’andatura esageratamente marziale per una dolorosa gotta ad entrambi i piedi nonché gran distributore di ‘senanghe’. In tutto ciò comparsa anche la coppia di stralunati cantinieri, Teresa e Carlo (interpretati da Anna Andrisani e Peppe Dell’Aglia) a caccia dei due teatranti per un conto da saldare. Intanto il conte intrattiene un fervoroso dialogo con la baronessina-teatrante, opportunamente mascherata, che altro non è che la fidanzata perduta: i due vorrebbero lasciarsi andare all’idillio, ma li frena le dolorose ferite di un rapporto bruscamente troncato per una serie di malintesi. Ma alla fine, in modo sorprendente, l’amore vince. E non solo nel loro caso!

Il secondo appuntamento con il festival “Alfredo Majorano” è in programma venerdì 21 febbraio (sipario, alle ore 21), sempre al teatro comunale Fusco, con la compagnia “Voci nella notte” che interpreterà la commedia “Muratori” di Edoardo Erba, per la regia di Chicco Passaro e Federico Passariello jr.

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