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"Giovanni paisiello festival"

Lorenzo Mattei: «Sarà un'edizione da ricordare»

Intervista al direttore artistico della XXII edizione dell'evento musicale dedicato al genius loci

Lorenzo Mattei (foto Carmine La Fratta)

Lorenzo Mattei (foto Carmine La Fratta)

Sarà Il Faraone Sommerso di Nicola Fago l’opera inaugurale della XXII edizione del Giovanni Paisiello Festival che si terrà sabato 28 settembre, alle ore 21, presso il Duomo di San Cataldo.

Ce ne ha parlato il direttore artistico, Lorenzo Mattei, in una conversazione in cui ci svela le particolarità di una edizione che si presenta ricca di interessanti appuntamenti.

Sarà un’edizione da ricordare Maestro?

«Si partiamo col dire che la ventiduesima edizione, che si svolge dal 28 settembre al 18 ottobre a Taranto in vari luoghi, inizia il 28 presso il Duomo di San Cataldo, poi al Conservatorio Paisiello, il santuario del Santissimo Crocifisso, il Palazzo di Città e naturalmente poi al Teatro Fusco, è particolarmente ricca perché ha due oratori e un'opera buffa, quindi uno sforzo produttivo come non era mai stato raggiunto negli anni precedenti e in più vede delle presentazioni di libri. Una delle quali unita con uno spettacolo teatrale: ci sono, cioè, delle letture che un attore tarantino (Pierfrancesco Nacca) estrae dalle lettere di Paisiello, alcune particolarmente teatrali già in sé. Mentre il 14 ottobre a Palazzo di Città, alle 17, si terrà un convegno con i più importanti musicologi pugliesi che faranno proprio il punto sul rapporto tra la nostra Regione e Napoli, che era la capitale del Regno. E quindi si parlerà di compositori tarantini, non solo Paesiello, ma anche Nicola Fago. A questo proposito, Fago è stato il nome scelto dai vari Festival barocchi italiani come Festival diffuso, cioè ogni Festival almeno un pezzo di Fago lo ha messo in programma e noi abbiamo voluto, visto che Fago è di Taranto, inaugurare proprio con lui il Festival con Il Faraone sommerso, un oratorio a quattro voci che è forse uno dei suoi più importanti, tra l'altro uno dei più suggestivi, perché la storia è nota anche attraverso ben altri mezzi, come per esempio i colossal holliwoodiani:  I dieci comandamenti o film d’animazione come il Principe d'Egitto.

Al centro Cosimo Prontera direttore della Confraternita de' musici e i solisti Vincenzo Franchini, Giuseppe Naviglio, Joan Francesc Folquè e Valeria la Grotta

È la storia di Ramses sepolto dal Mar Rosso per l'ira di Dio che protegge Mosè e gli ebrei profughi, è una storia suggestiva. In questo caso ci sono dei momenti di particolare intensità della musica, perché l'oratorio era una forma di teatro sacro, però era vicino ai modi e alle dinamiche del teatro profano, cioè quello operistico e quindi ci sono delle aree che commuovono altre che sono di puro esibizionismo vocale, si tratta quindi di uno spettacolo molto ricco. Lo stesso succede con La fede trionfante che il 3 ottobre verrà eseguita nel santuario del Santissimo Crocifisso, alle 21: in questo caso abbiamo l’ensamble barocco Hof-music che viene dal castello di Český Krumlov, a due ore di distanza da Praga, al confine quasi tra Repubblica Ceca e Austria. È un gruppo che ha scoperto e trascritto questo pezzo di Donato Ricchezza che era un sacerdote e compositore di Matera. La fede trionfante parla dell'assedio di Vienna 1683, una delle delle battaglie più famose della storia d'Europa, perché ha determinato una sconfitta dell'impero ottomano che altrimenti avrebbe, molto probabilmente, preso parte dei territori dell'impero austro ungarico. E' una battaglia che dà modo di allegorizzare l'importanza della fede, vi è infatti la Madonna, Maria Vergine e San Casimiro che proteggono il re di Polonia che a sua volta si allea con l'imperatore austriaco. Quindi la Polonia e l’impero austro ungarico contro gli Ottomani. Naturalmente è “political scorretto” perché gli ottomani e il mondo arabo viene assolutamente ghettizzato, irriso, vi sono gli infedeli da distruggere, tutt'altro rispetto al dialogo interculturale che oggi dovrebbe contraddistinguere i popoli, però è frutto di quel tempo. Naturalmente l'abbiamo scelto anche perché Donato Ricchezza è di Matera che in qualche modo è molto vicina alla Puglia, anche se è in Basilicata, ma all'epoca era quasi parte della Terra di Bari. E, quindi, un omaggio anche alla tradizione degli oratori».

Quale sarà l’opera di Giovanni Paisiello?

«"Lo spettro errante", un’ azione comica che è un pastiche, nel senso che il testo è stato scritto ex novo, ma la musica era già stata scritta e all'epoca si faceva questa operazione di riprendere musiche e rimettere dei testi nuovi che funzionavano benissimo dal punto di vista teatrale, come in questo caso era stato fatto a Mannheim, presso la Corte palatina. Nel 1776  non è stato mai più ripreso da allora. L'unica fonte attribuita a Giovanni Paisiello è a Parigi, alla Biblioteca Nazionale, anche se non sappiamo se i recitativi li abbia scritti effettivamente lui o qualcuno dei suoi aiutanti. Questo non lo sapremo mai, però di fatto è un pezzo di teatro che davvero funziona bene come storia, personaggi, con cui il pubblico si diverte perché riesce a seguire bene la vicenda teatrale».

Molto accessibili i prezzi di questo festival 

«La gran parte degli eventi è a ingresso libero quando trattasi di presentazioni di libri e/o convegni, mentre per le tre rappresentazioni in musica abbiamo dovuto, comunque, mettere un biglietto per ragioni anche burocratiche di borderò. Però è un posto unico, 10 € per il Faraone Sommerso e la Fede trionfante. Invece per lo Spettro errante sono 20 e 15 € per platea e galleria per la prima del 17 ottobre, che scendono a 15 € e 10 € per la seconda recita».

Ci parli della Confraternita de’ musici che suonerà il Faraone sommerso.

«L’ensamble barocco la Confraternita dei Musici è quello che ha dato vita al Festival barocco Leonardo Leo: c'è, quindi, una collaborazione fattiva tra le due realtà pugliesi dei massimi compositori, Leonardo Nero e Giovanni Paisiello.

Cosimo Prontera, che è il direttore artistico del Festival Leo e anche il direttore musicale come clavicembalista e organista della Confraternita de’ Musici che lui ha fondato anni fa, è un carissimo amico con cui c'è una collaborazione non solo musicale, ma anche musicologica, perché trascrive brani e ha scritto un saggio che apparirà nel nuovo volume del secolo d'oro della musica a Napoli, che si presenta il 1 ottobre.

Cosimo Prontera, quindi, torna anche come autore di un saggio».

Sono strumenti d'epoca, vero?

«Sono tutte copie di strumenti d'epoca nel Faraone sommerso e nella Fede trionfante, mentre sono strumenti moderni, perché è l'orchestra del Conservatorio Paesiello e i ragazzi suoneranno con i loro strumenti moderni per lo spettro errante».

Daniele Lo Cascio

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