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TEATRO
23 Novembre 2023 - 17:29
Lino Guanciale e Francesco Montanari in una foto di scena
Sarà proprio lui l’uomo più crudele del mondo o il limite fra “il bene e il male” è, a volte, talmente impercettibile da non riuscire a comprendere dove finisca l’uno e inizi l’altro?
E' questo il dilemma che ha dato vita mercoledì scorso, al Fusco, all’interessante scambio di opinioni fra una piccola rappresentanza del pubblico tarantino e della stampa e gli attori Lino Guanciale e Francesco Montanari (rispettivamente lo schivo e riservato Paul Veres, proprietario della più importante azienda di armi d’Europa e un giovane giornalista di una testata locale, scelto per intervistarlo), entrambi protagonisti di successo nello spettacolo scritto e diretto da Davide Sacco, “L’uomo più crudele del mondo”.
I due artisti in un momento dello spettacolo "L'uomo più crudele del mondo"
L’incontro, a poche ore dalla terza messa in scena al Comunale di via Giovinazzi, ha permesso di conoscere meglio i due artisti. Più da vicino e senza quel naturale distacco che si crea fra chi interpreta un ruolo durante una rappresentazione teatrale e chi, dall’altra parte, assiste allo spettacolo. Grande la sintonia tra di loro, sia fuori che sul palco.
«Ci stimiamo profondamente - ha sottolineato Montanari - e questo ci permette, anche solo con uno sguardo, di comprendere quale sia la reazione del pubblico in sala agli accadimenti, talvolta forti, che si susseguono sul palcoscenico secondo copione. Basta davvero poco per cambiare ritmo in modo da non perdere, nemmeno per un minuto, l’attenzione di chi ci guarda. Tra noi c’è fiducia e questo ci permette di vivere il momento: un aspetto che non riesco ad immaginare con altri».
E il successo che ha portato a prolungare il tour in giro per l’Italia (circa sessanta, fino ad oggi, le repliche), dimostra che oltre a ben interpretare gli aspetti umani, caratteriali e psicologici dei rispettivi personaggi, Guanciale e Montanari sanno abbattere “quel distacco” e percepire l’umore di chi siede in platea.
«A teatro si può scolpire il silenzio - ha detto Guanciale - Si può puntare a costruire una relazione di dialettica che il piccolo schermo non permette di creare».
Guanciale, poi, è un volto noto e molto amato dai tarantini soprattutto da quando, da maggio del 2019, sono partite in Città Vecchia le riprese del “Il Commissario Ricciardi” (altro ruolo che lo ha consacrato come uno degli attori più versatili del panorama artistico italiano), per poi ritrovarsi nella Città dei Due Mari nel maggio del 2022, per girare la seconda stagione della fiction andata in onda su Rai1.
Lino Guanciale nel ruolo del Commissario Ricciardi, fiction in parte girata tra i vicoli della Città vecchia di Taranto
E lui, Guanciale, con Taranto sembra aver stretto un rapporto di estrema empatia.
«Sono sempre felice di tornare - ha detto - Ogni volta trovo qualcosa di nuovo, “rimesso a posto”. Per ovvie ragioni, conosco meglio la Città Vecchia e l’atmosfera che si respira fra quei vicoli è unica ed indescrivibile.
Taranto sta rinascendo: mi rallegro nel vedere che ad ogni mio ritorno ci sia qualcosa di nuovo.
La vostra è una città che ha dato più di quanto abbia ricevuto ed è ora che il Paese restituisca qualcosa a questa città dalla struggente bellezza, pur nella sua condizione di pausa nel tempo».
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