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Il nuovo anno
31 Dicembre 2025 - 11:47
La Città Vecchia di Taranto vista dal mare
Non sarà un anno come un altro. E l'auspicio è che tutti ne siano consapevoli. Il 2026 si presenta come un tornante della Storia, per Taranto. Nei prossimi dodici mesi questa città è destinata a cambiare, o a vedere il suo attuale, oggettivo declino diventare inarrestabile ed irreversibile. Benvenuta, ultima chance.
Troppo facile dire che il 2026 sarà l'anno dei Giochi del Mediterraneo, evento che proietterà questo borgo di ormai meno di duecentomila anime al centro del proscenio internazionale. Se i Giochi si tramuteranno solo in qualche giorno di gare, saranno inutili. Se invece segneranno l'apertura a nuovi orizzonti, ad una nuova dimensione, e se gli impianti destinati ad esserne la legacy si riveleranno pietre angolari di una nuova realtà urbana, allora Taranto non sarà più questa Taranto imbruttita. Nuovo Stadio Iacovone, Stadio del Nuoto, nuovo Centro Magna Grecia, Centro Velico: un unicum nel Mezzogiorno.
Altro enorme cambiamento dovrà essere l'apertura del nuovo (come ricorre, questo aggettivo) ospedale, il San Cataldo. Un policlinico universitario de facto, destinato a curare una collettività che chiede servizi sanitari all'altezza degli standard civili. Un diritto per troppo tempo negato, nonostante l'impegno del personale sanitario costretto a fare la guerra con armi spuntate. E ancora dovrà arrivare a soluzione la decennale vertenza dell'ex Ilva, finita in mano ad un fondo di investimento statunitense, Flacks Group. Da Acciaierie d'Italia a Acciaierie d'America? L'affidamento di una realtà industriale in crisi profonda ad una entità finanziaria straniera è una scommessa; rien ne va plus.
Sullo sfondo ci sono le BRT ed i cantieri aperti, la raccolta differenziata dei rifiuti al bivio, i palazzi-simbolo come Palazzo degli Uffici e Frisini, Bellezza e Tristezza. Città Vecchia è chiamata ad uscire definitivamente dal bozzolo, non si può rimanere sempre una crisalide.
Last but non least, il 2026 vedrà la partenza dell'era di Antonio Decaro alla guida della Puglia. O la classe dirigente tarantina si confronterà senza complessi di inferiorità (spesso opportunistici) con il potere regionale o la città fondata settecento anni prima di Cristo sarà capoluogo di una provincia fittizia, di fatto eterodiretta da capoluoghi veri, Bari o Lecce. Auguri, Taranto. Ne abbiamo bisogno.
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