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Taranto

Nuovo ospedale San Cataldo, "Rischia di aprire solo sulla carta"

La Uil segnala criticità occupazionali e organizzative a pochi mesi dalla fine dei lavori. Servono oltre 1.300 assunzioni e certezze sul futuro del SS. Annunziata per garantire servizi e diritto alla salute

L'ospedale San Cataldo

L'ospedale San Cataldo

TARANTO - Il nuovo ospedale San Cataldo si avvicina al completamento strutturale, ma l’avvio dell’attività sanitaria resta ancora lontano. Secondo le attuali valutazioni, l’orizzonte temporale più attendibile per l’inaugurazione è collocato tra la tarda primavera e l’estate del 2026, un rinvio che continua a sollevare preoccupazioni sul piano organizzativo e occupazionale. A ribadirlo è la UIL FPL di Taranto, che da tempo richiama l’attenzione sulle condizioni necessarie per rendere realmente operativa la nuova struttura.

Il punto più critico riguarda il personale sanitario. Per far funzionare un presidio ospedaliero da oltre 700 posti letto occorrono circa 1.300 nuove unità tra medici, infermieri, operatori socio-sanitari e tecnici. Un fabbisogno che, secondo il sindacato, non può essere soddisfatto attraverso il semplice trasferimento di personale dall’ospedale SS. Annunziata, ipotesi che comporterebbe un grave depotenziamento, se non la chiusura, di servizi essenziali per la città.

«Il San Cataldo non può aprire svuotando gli altri ospedali», afferma Giovanni Maldarizzi, segretario generale della UIL FPL Taranto, sottolineando la necessità di assunzioni straordinarie e immediate. In assenza di un piano occupazionale strutturato e di specifiche autorizzazioni ministeriali, l’apertura rischierebbe, secondo il sindacato, di ridursi a un’operazione solo formale, con ricadute negative su lavoratori e cittadini.

Accanto al nodo delle risorse umane, resta aperto anche il capitolo dell’allestimento tecnologico. La struttura muraria è ormai sostanzialmente completata, ma sono ancora in corso le installazioni delle apparecchiature elettromedicali ad alta complessità. Si tratta di 25 grandi macchinari, tra cui Tac, risonanze magnetiche di ultima generazione e sale operatorie integrate. In passato, l’iter ha subito rallentamenti legati alle difficoltà nel trasferimento dei finanziamenti, pari a circa 105 milioni di euro, dal Governo alla Regione, criticità superate solo negli ultimi anni.

Ulteriori tempi sono richiesti dalle procedure di collaudo e verifica. Il San Cataldo è progettato come un ospedale altamente digitalizzato, dotato di sistemi informatici avanzati, soluzioni di intelligenza artificiale applicata alla diagnostica e tecnologie touchless. Ogni impianto, dai gas medicali agli impianti elettrici di emergenza fino alle reti dati, deve essere sottoposto a controlli puntuali per garantire elevati standard di sicurezza. Un percorso complesso, che in passato ha risentito anche dei periodi di commissariamento del Comune di Taranto.

La UIL FPL pone inoltre l’attenzione sul futuro dell’ospedale SS. Annunziata, tema ancora al centro del confronto politico, tecnico e sindacale. In particolare, resta aperta la questione del mantenimento di un secondo Pronto Soccorso in città.

«Taranto non può concentrare tutte le emergenze su un’unica struttura», avverte Maldarizzi, evidenziando il rischio che il solo San Cataldo non sia sufficiente a coprire l’intero fabbisogno di urgenza. Da qui la richiesta di garantire la piena operatività del Pronto Soccorso del SS. Annunziata, evitando scelte considerate penalizzanti per la popolazione.

Il sindacato chiede quindi certezze: un cronoprogramma definito, un adeguato rafforzamento degli organici, il coinvolgimento delle parti sociali e una visione complessiva della sanità ionica che metta al centro il diritto alla salute e la tutela dei lavoratori. «Il San Cataldo deve rappresentare una risposta concreta ai bisogni del territorio», conclude Maldarizzi, «non l’ennesima incompiuta organizzativa. Senza personale, senza servizi e senza una rete ospedaliera equilibrata, non può esistere alcuna sanità del futuro».

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