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Il fatto

Capodanno a tavola, lenticchie protagoniste in Puglia

Secondo Coldiretti nel cenone di fine anno sono presenti nell’85% dei menu. Produzione regionale oltre 6.000 quintali e consumi in crescita grazie alla svolta green

Lenticchie regine del cenone di Capodanno in Puglia - foto Ai

Lenticchie regine del cenone di Capodanno in Puglia - foto Ai

BARI - Nel cenone di Capodanno dei pugliesi le lenticchie restano il simbolo irrinunciabile di buon auspicio, presenti in oltre 8 casi su 10, pari all’85% dei menu. Un dato che conferma una tradizione radicata in una regione dove il consumo di legumi è parte integrante dell’alimentazione quotidiana, con circa il 65% dei pugliesi che li porta in tavola più di 1 volta a settimana, secondo i dati ISTAT.

È quanto emerge dall’analisi diffusa da Coldiretti Puglia in occasione del Capodanno, condotta nei mercati di Campagna Amica, dove le lenticchie benaugurali si confermano l’alimento più richiesto. Accanto a loro resistono altri simboli della tradizione, come il chicco d’uva, presente nel 45% dei menu di fine anno.

Nel 2025 la produzione di lenticchie in Puglia ha superato i 6.000 quintali, con una particolare attenzione verso le lenticchie IGP di Altamura, tra le più apprezzate dai consumatori. Coldiretti Puglia segnala come resti centrale l’abbinamento classico con cotechino e zampone artigianali, immancabili sulle tavole del 31 dicembre. Tra i piatti portafortuna trovano spazio anche melegrane, simbolo di protezione e prosperità, e gli spaghetti, che secondo la tradizione portano fortuna se cucinati interi, senza spezzarli.

A sostenere la crescita dei consumi è la svolta green nelle abitudini alimentari, che orienta le famiglie verso prodotti ritenuti più salutari, pratici e convenienti. In questo contesto aumenta anche la domanda di prodotti trasformati a base di farine di legumi, come biscotti, cracker, sostituti del pane e paste alternative realizzate con ceci, lenticchie e piselli.

La lenticchia vive così una nuova fase di centralità in Puglia, ricordata anche per il suo valore storico e simbolico. Coldiretti Puglia richiama le origini antiche di questo legume, citato persino nella Bibbia, e sottolinea il ruolo della lenticchia di Altamura IGP, apprezzata per la facilità di conservazione, il costo accessibile e le qualità nutrizionali, che nel tempo le hanno valso l’appellativo di “carne dei poveri”.

Dagli anni ’30 agli anni ’70 le lenticchie di Altamura hanno rappresentato un importante motore economico locale, grazie a un export diretto verso Inghilterra, Germania, Stati Uniti, Canada e Australia, contribuendo a rendere Altamura la città delle 3 L: lino, lana e lenticchia. Dopo il calo produttivo degli anni successivi, oggi il legume è tornato protagonista anche per le esigenze delle famiglie moderne, grazie a un tempo di cottura di circa 30 minuti e a qualità riconosciute anche dal Gambero Rosso.

Dal punto di vista nutrizionale, le lenticchie contengono circa il 25% di proteine, 53% di carboidrati e 2% di oli vegetali, oltre a fosforo, ferro e vitamine del gruppo B. 100 grammi di lenticchie equivalgono a 215 grammi di carne. Il loro consumo è indicato per il basso contenuto di grassi e per il contributo degli isoflavoni alla depurazione dell’organismo, oltre al supporto offerto da fibre, tiamina e vitamina PP. Resta invece sconsigliato per chi soffre di iperuricemia.

Per evitare il rischio di falso Made in Italy, Coldiretti Puglia ribadisce infine l’importanza di scegliere legumi con origine chiaramente indicata in etichetta, come quelli a marchio IGP, o di acquistarli direttamente dagli agricoltori nei mercati di Campagna Amica presenti su tutto il territorio regionale.

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