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Taranto

Asili comunali, la protesta delle lavoratrici contro stop al servizio e nuovo appalto

Presidio annunciato il 29 dicembre durante il consiglio comunale. Contestata la sospensione del lavoro e un capitolato giudicato peggiorativo

Un asilo nido (Foto d’archivio)

Un asilo nido (Foto d’archivio)

TARANTO - Le lavoratrici e i lavoratori addetti ai servizi di ausiliariato e pulizia negli asili comunali annunciano una mobilitazione davanti a Palazzo di Città in occasione del consiglio comunale del 29 dicembre, per protestare contro la sospensione improvvisa del servizio e contro il nuovo capitolato d’appalto predisposto dal Comune.

Secondo quanto riferito dalle rappresentanze sindacali Slai Cobas, il 22 dicembre l’amministrazione comunale avrebbe comunicato la cessazione del servizio negli asili nido senza fornire motivazioni ufficiali né atti formali indirizzati alle organizzazioni sindacali o alle lavoratrici interessate. Una decisione che, viene denunciato, comporta la perdita di ulteriori giornate di lavoro e di retribuzione, mentre l’unica spiegazione circolata informalmente sarebbe legata alla mancanza di risorse economiche.

Le lavoratrici sottolineano come il blocco delle attività colpisca direttamente chi garantisce quotidianamente il funzionamento dei servizi educativi. Da informazioni non ufficiali, sarebbe in programma entro la fine del mese l’affidamento di un appalto temporaneo di 6 mesi, con la possibilità di una successiva proroga, una soluzione che secondo il sindacato aumenterebbe ulteriormente la precarietà occupazionale.

I tentativi di ottenere chiarimenti dalla direzione dell’assessorato ai Servizi educativi non avrebbero prodotto risposte. La direzione, riferiscono le lavoratrici, non avrebbe confermato alcuna informazione, definendole riservate. Un atteggiamento giudicato inaccettabile, anche alla luce della predisposizione di un nuovo capitolato che, in diversi aspetti, peggiorerebbe condizioni già considerate critiche.

Nel merito, le lavoratrici contestano innanzitutto la riduzione della durata degli appalti, che passerebbero dai precedenti 3 anni a un periodo compreso tra 6 e 8 mesi, con un arco temporale indicato tra il 27 ottobre 2025 e il 30 giugno 2026, sebbene l’avvio possa slittare a gennaio 2026. Viene inoltre segnalata la scomparsa del riferimento all’ausiliariato nel nuovo capitolato, nonostante tale attività rappresenti da anni una parte sostanziale del lavoro svolto e sia stata riconosciuta anche a seguito di vertenze e ricorsi.

Un altro punto critico riguarda il carico di lavoro, che resterebbe invariato nonostante la riduzione delle unità impiegate, indicate nel capitolato in 68 ma, secondo le lavoratrici, inferiori a 65. A fronte di questo, il nuovo testo prevederebbe una riduzione dell’orario settimanale da 24 a 21 ore, mentre continuano a non essere riconosciute le giornate di pulizia straordinaria a inizio e fine anno scolastico, né quelle legate alle festività natalizie e pasquali.

Il nuovo capitolato, denunciano ancora le lavoratrici, escluderebbe di fatto il lavoro estivo, azzerando anche il mese aggiuntivo ottenuto negli anni 2022, 2023 e 2024 attraverso la mobilitazione, e introdurrebbe una descrizione più dettagliata delle operazioni di pulizia verticale su arredi, suppellettili e giochi, considerate le più gravose, continuando però a calcolare il fabbisogno di personale solo sulla base delle superfici orizzontali.

Lo Slai Cobas evidenzia inoltre di aver chiesto più volte di partecipare alla definizione del nuovo capitolato, senza essere mai coinvolto né convocato, nemmeno a fini informativi. Per queste ragioni viene chiesto il ritiro o la modifica del capitolato, insieme alla ripresa immediata del lavoro e a certezze sulle future condizioni contrattuali.

Le richieste avanzate riguardano l’aumento dell’orario di lavoro fino ad almeno 5 ore giornaliere e 30 settimanali, la fine delle sospensioni estive e festive con attività distribuite sull’intero anno, il riconoscimento del 3° livello retributivo e il mantenimento della qualifica di ausiliariato, con una chiara distinzione tra le ore dedicate alla pulizia e quelle di supporto educativo. La protesta del 29 dicembre si inserisce in questo quadro di rivendicazioni ancora senza risposte ufficiali.

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