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Taranto
19 Dicembre 2025 - 16:02
Un sommergibile della Marina Militare
TARANTO – Il Siulm Marina, Sindacato Unitario Lavoratori Militari della Marina, prende posizione con una lettera formale indirizzata al ministro della Difesa Guido Crosetto, sollecitando l’avvio di relazioni sindacali improntate a un effettivo riconoscimento del ruolo di rappresentanza previsto dalla normativa vigente.
Alla base dell’iniziativa vi è la vicenda nota come “caso Foti”, che il sindacato indica come esempio emblematico delle criticità generate da una legge sulla sindacalizzazione militare giudicata carente sin dalla sua origine e applicata, secondo il SIULM, in maniera inadeguata anche in questa circostanza. Pur senza entrare nel merito giudiziario della vicenda, il sindacato ritiene che quanto accaduto evidenzi limiti strutturali ormai non più rinviabili.
Il SIULM Marina sottolinea come l’episodio possa rappresentare un’occasione per affrontare in modo definitivo il tema del processo di sindacalizzazione del comparto militare, che non dovrebbe restare confinato a dichiarazioni di principio, ma tradursi in un ruolo sindacale chiaro e sostanziale, comparabile a quello riconosciuto alle forze di polizia a ordinamento civile.
Secondo il sindacato, l’attuale applicazione della legge si sarebbe concretizzata prevalentemente attraverso decreti attuativi che limitano il confronto con le organizzazioni sindacali alla semplice espressione di pareri, senza un reale coinvolgimento nei processi decisionali. Una modalità che, a giudizio del SIULM Marina, avrebbe prodotto risultati insoddisfacenti.
Tra gli esempi citati viene richiamato il cosiddetto “decreto limiti”, che avrebbe inciso negativamente sulla capacità di rappresentanza sindacale. In particolare, viene evidenziato come oggi, a differenza di quanto avveniva in passato con gli organismi di rappresentanza militare, non sia più possibile organizzare assemblee sindacali a bordo delle navi in navigazione, pur nel rispetto delle esigenze operative.
Il SIULM Marina chiede quindi una inversione di rotta, a partire dalla stesura dei prossimi decreti correttivi, per i quali sollecita l’immediata istituzione di un tavolo di confronto con l’Amministrazione della Difesa. Secondo il sindacato, questa fase rappresenta un passaggio decisivo per evitare che casi come quello di Foti si ripetano e per ricondurre eventuali criticità a episodi isolati.
Nella lettera al ministro, il sindacato esprime infine la preoccupazione che alcune recenti posizioni del Dicastero possano essere interpretate come un arretramento sul piano democratico, evocando il rischio di un ritorno a modelli superati, anziché un’evoluzione coerente con i principi di rappresentanza e partecipazione.
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