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Elezioni regionali
16 Novembre 2025 - 08:48
Egidio Albanese
TARANTO – In vista delle prossime elezioni regionali, abbiamo incontrato l’avvocato Egidio Albanese, candidato al Consiglio della Regione Puglia nella lista “Antonio Decaro Presidente”, per approfondire il ruolo strategico dell’aeroporto “Marcello Arlotta” di Grottaglie e le politiche che coinvolgono il sistema aerospaziale, logistico e infrastrutturale dell’area ionica.
Ecco l’intervista.
Avvocato Albanese, lei ha recentemente dichiarato che «l’aeroporto di Grottaglie non è una guerra di campanile, ma una sfida di sviluppo». Qual è la sua visione complessiva per lo scalo di Grottaglie e come intende concretamente inserirlo nel progetto di sviluppo della Puglia?
Ritengo che l’aeroporto di Grottaglie rappresenti un asset decisivo per il nostro territorio e per l’intera regione. La visione che propongo è quella di trasformarlo in un hub multifunzionale — che copra il cargo, l’industria aeronautica, lo spazioporto e la logistica — senza limitarsi al traffico passeggeri di massa. In concreto, nel mio programma di candidatura prevedo interventi di infrastrutturazione, rafforzamento degli accordi pubblico-privati, e sostegno agli investimenti per le attività aerospaziali presenti. Credo sia fondamentale che la Regione riconosca il valore strategico dello scalo e metta in campo risorse e politiche per farlo decollare davvero.
Nel documento che ci ha presentato emerge chiaramente che lo scalo non deve competere con Bari e Brindisi per il traffico leisure, ma operare in funzione complementare. Quali strumenti intende promuovere affinché la vocazione cargo-industriale dello scalo sia privilegiata, e quale supporto regionale sarà garantito?
Esattamente: privilegiare la vocazione cargo, logistico-industriale e spaziale significa progettare lo scalo non come “una copia” di altri aeroporti ma come centro specializzato. Per farlo, propongo che la Regione istituisca un tavolo permanente con Aeroporti di Puglia, con le imprese aerospaziali (quali Leonardo S.p.A.) e con le istituzioni locali per definire uno schema operativo chiaro: agevolazioni per le aziende che investono nell’aeroporto, supporto per l’ampliamento delle piste e delle strutture cargo, incentivi per la logistica intermodale mare-aria con il porto di Taranto. La Regione potrà dare il suo contributo attraverso la programmazione dei fondi europei, la semplificazione delle procedure autorizzative e la promozione internazionale del progetto.
Uno dei punti chiave che abbiamo evidenziato è la presenza di funzioni di difesa, emergenza, Marina Militare, Guardia di Finanza, Vigili del Fuoco e Protezione Civile. Come intende coordinare queste vocazioni istituzionali con le strategie di sviluppo economico e industriale dell’aeroporto?
Credo che questa coesistenza sia un grande valore aggiunto: la presenza militare, di sicurezza e di emergenza conferisce allo scalo un profilo strategico e garantisce infrastrutture che spesso mancano altrove. Il mio compito sarà quello di valorizzare questi presidi e farli diventare parte integrante del progetto industriale. Ciò significa garantire che le attività civili e industriali si sviluppino in armonia con le esigenze di sicurezza e con le normative che regolano gli ambiti militare e istituzionale. Contemporaneamente, promuoveremo l’idea che l’aeroporto sia un nodo vitale per la resilienza del territorio – ad esempio come hub per la Protezione Civile o per interventi in emergenza – e questo profilo rafforza anche il contesto per gli investimenti.
Il tema dello spazioporto è il più visionario del piano: lei parla del sito come “centro di R&S all’avanguardia”. Quali garanzie dà ai cittadini e alle imprese del territorio che questo progetto non rimarrà puramente teorico? Quali tempi e modalità per vederlo realizzato?
Comprendo lo scetticismo: molte idee restano sulla carta. Ma ritengo che con un intervento pubblico-privato ben orchestrato possiamo passare dalla visione alla realtà. Il piano prevede il coinvolgimento di università, centri di ricerca, imprese del settore spaziale, e la Regione deve assumere il ruolo di facilitatore. Le garanzie sono:
1) la predisposizione di uno studio di fattibilità coordinato da Regione Puglia entro 12 mesi dall’insediamento del nuovo consiglio regionale;
2) l’attrazione di un “anchor investor” internazionale che assuma un ruolo guida nella fase di lancio;
3) l’apertura di un bando regionale per infrastrutture e servizi dedicati allo spazioporto. I tempi stimati – tenendo conto delle complessità tecniche e regolamentari – sono 24-30 mesi per la fase operativa iniziale, con attività di assemblaggio e test; e 4-5 anni per completare un primo lancio suborbitale. Ma l’impegno dev’essere concreto sin da subito.
Veniamo alla parte più sociale: quale ruolo avrà lo scalo per il territorio ionico e per la coesione dell’area di Taranto — in particolar modo nel contesto della continuità territoriale e dei voli passeggeri business? Quali aspettative può avere la comunità locale?
Il mio impegno è garantire che lo scalo non diventi un guscio industriale chiuso, ma abbia anche una funzione di coesione sociale. Per la comunità locale significa:
a) rischi ridotti di esclusione per via dell’isolamento infrastrutturale;
b) opportunità di impiego qualificato nell’industria aerospaziale, nella logistica e nei servizi collegati;
c) accesso a voli di continuità territoriale che mettano la provincia di Taranto in connessione diretta con centri nazionali e internazionali, migliorando la mobilità.
La Regione dovrà prevedere un fondo – insieme alle risorse nazionali europee – per sostenere gli oneri di servizio pubblico dei voli, in modo che la Calabria-Puglia non resti penalizzata. Inoltre, promuoveremo corsi, tirocini e incentivi per far sì che le nuove imprese insediate e le funzioni di R&D abbiano forza lavoro locale qualificata.
Quali rischi vede e quali criticità intende affrontare affinché il progetto aeroportuale non resti incompiuto? E in che modo intende misurare il successo della sua azione?
I principali rischi sono: la mancanza di coordinamento tra enti, l’insufficiente attrazione di capitali privati, tempi troppo lunghi nelle autorizzazioni e la concorrenza infrastrutturale interna senza una visione unitaria. Per affrontarli intendo promuovere una governance specifica per lo scalo, con un “tavolo di scalo” che riunisca Regione, Aeroporti di Puglia, Comune di Grottaglie, associazioni imprenditoriali e universitarie. Misureremo il successo attraverso indicatori quali: numero di imprese aerospaziali insediate o ampliatesi entro 3 anni, volume merci gestito nell’aeroporto, numero di voli specializzati attivati, percentuale di lavoratori locali impiegati e ricadute occupazionali sul territorio, numero di investimenti attratti per lo spazioporto, nonché miglioramento della connettività passeggeri in continuità territoriale.
Per i nostri lettori che vogliono capire: se sarà eletto, qual è il primo passo operativo che farà per lo scalo di Grottaglie entro i primi 100 giorni del suo mandato?
Nel corso dei primi 100 giorni chiederò la convocazione di un tavolo straordinario per lo scalo, con un calendario operativo definito e la firma di un protocollo d’intesa tra Regione Puglia, Aeroporti di Puglia, Comune di Grottaglie, aziende aerospaziali e forze istituzionali (Marina Militare, Guardia di Finanza, Vigili del Fuoco). Contemporaneamente, predisporremo un bando regionale per infrastrutture e logistica con riserva di finanziamento per lo scalo, affiancato da una campagna di promozione internazionale per attrarre investitori. Infine, apriremo un tavolo formativo con Università e ITS per preparare la filiera aerospaziale locale.
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