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Taranto

Accuse al progetto di svolta green dell’ex Ilva: “Un inganno sulla decarbonizzazione”

Nel convegno “Oltre il bluff della decarbonizzazione”, associazioni e giuristi contestano la nuova Aia e denunciano una narrazione giudicata lontana dai dati ambientali e sanitari

L'ex Ilva

L'ex Ilva

TARANTO – La promessa di un futuro a basse emissioni per lo stabilimento ex Ilva viene definita dagli organizzatori dell’incontro “un racconto costruito”, una narrazione che presenterebbe la decarbonizzazione come unica strada possibile a fronte di una condizione che loro descrivono come drammatica, sostenuta da dati sanitari, ambientali ed economici già consolidati.

Al centro del convegno “Oltre il bluff della decarbonizzazione” è stato posto il ricorso depositato pochi giorni fa al Tar di Lecce da sette associazioni, tra cui Medici per l’Ambiente Isde Italia, Genitori tarantini, Giustizia per Taranto, Peacelink, Ambiente e salute per Taranto, Cittadini e lavoratori liberi e pensanti e Lavoratori metalmeccanici organizzati. Il gruppo contesta la nuova Aia, ritenuta non coerente con il quadro normativo europeo aggiornato su clima e salute. L’iniziativa giudiziaria è stata sostenuta anche grazie ai contributi dei cittadini.

Nel suo intervento Michele Carducci, docente di diritto costituzionale comparato e climatico, ha sottolineato come l’autorizzazione sarebbe, a suo giudizio, “sganciata” dall’evoluzione legislativa degli ultimi 2 anni. Il giurista, che ha collaborato alla stesura del ricorso, ha spiegato che l’atto sarebbe stato impugnato contestandone “la legittimità e la nocività”, poiché il piano autorizzativo, pur richiamando la decarbonizzazione, prevedrebbe in realtà un incremento dell’utilizzo di carbone per i prossimi 12 anni.

Carducci sostiene inoltre che la prospettiva delineata nell’Aia configurerebbe una transizione fondata sul gas, dunque ancora su fonti fossili considerate ormai incompatibili con gli impegni climatici assunti dall’Italia e dall’Unione europea. Il rischio, afferma, è quello di introdurre un processo di decarbonizzazione che risulterebbe “viziato” dal punto di vista della legittimità costituzionale, analogamente a quanto contestato nel provvedimento ora posto al vaglio del tribunale amministrativo.

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