La crisi di Acciaierie d'Italia (ex Ilva), oggi in Amministrazione Straordinaria, si configura come la principale e più complessa emergenza socio-ambientale della Puglia. L'incertezza sul futuro produttivo e le tensioni ambientali hanno raggiunto un punto di non ritorno, acuite dall'ultima escalation della crisi occupazionale. Bagnardi descrive la situazione con estrema chiarezza: "Ci stanno obbligando a prepararci alla 'bomba sociale'. Il nuovo piano governativo, con l'attivazione della Cassa Integrazione Guadagni per migliaia di dipendenti (fino a circa 6.000 unità) già a partire da novembre 2025, è un segnale drammatico". Questo scenario, fermamente respinto dai sindacati, impone all'intera classe politica regionale e nazionale l'imperativo di individuare una soluzione credibile e decisiva. Il dibattito si concentra sulla necessità di una decarbonizzazione accelerata tramite forni elettrici e tecnologia DRI, i cui tempi e modalità costituiscono, tuttavia, la maggiore incognita. L'obiettivo politico primario è un delicato equilibrio tra tutela della salute e salvaguardia occupazionale di un polo siderurgico che è il più grande d'Europa. L'ipotesi di un intervento statale, sia pure temporaneo, per guidare la transizione (cosiddetta "nazionalizzazione") sembra essere l’unica opzione percorribile.
Un secondo fronte di preoccupazione, ma anche di potenziale, riguarda lo stabilimento Leonardo S.p.A. di Grottaglie, pilastro dell'industria aerospaziale regionale e meridionale. Specializzato nella produzione di aerostrutture per il Boeing 787 Dreamliner, il polo affronta la criticità della monocommittenza e monocommessa. Il rallentamento produttivo, con rischio di un unico turno, ha riacceso timori di ridimensionamento. In questo contesto, Bagnardi avverte: "La politica deve garantire che Leonardo mantenga saldo il suo posizionamento operativo". La preoccupazione dei sindacati è legata all'ipotesi di uno scorporo o cessione della Business Unit Aerostrutture, prospettiva che alimenta timori di partnership estere o delocalizzazioni. Da qui la richiesta che lo stabilimento resti "100% Leonardo" e che il rilancio passi da una diversificazione produttiva interna, ritenuta essenziale per tutelare know-how e lavoro.
In aperto contrasto con queste criticità, l’arrivo della società americana Radia a Grottaglie rappresenta un’opportunità senza precedenti, proiettando il territorio nella Space Economy e nella transizione energetica. Il progetto punta all’assemblaggio del WindRunner, destinato a diventare il più grande aereo cargo del mondo. "L'arrivo di Radia a Grottaglie apre a diverse e più complete prospettive", osserva Bagnardi, sottolineandone l’importanza. Si parla di un potenziale di assunzioni fino a 2.500 posti e del primo volo previsto entro il 2029. Il partnerariato coinvolge Leonardo per la fusoliera, Magnaghi Aeronautica per i carrelli e Aernnova (Spagna) per la realizzazione delle ali. Radia punta inoltre a sviluppare una sinergia stabile con le PMI del territorio, rafforzando l’aeroporto di Grottaglie come hub dell’aerospazio e della logistica energetica. Per cogliere questa opportunità sarà necessario un forte sostegno istituzionale, insieme a interventi infrastrutturali adeguati.
La prossima Giunta Regionale dovrà definire una strategia risolutiva, capace di evitare che l’emergenza sociale assorba le risorse necessarie alla riconversione tecnologica. Il successo dell’asse Taranto-Grottaglie dipenderà dalla capacità di bilanciare gestione degli esuberi, decarbonizzazione dell’acciaio, stabilità produttiva di Leonardo e sviluppo del polo aerospaziale aperto da Radia. "La vera sfida – conclude Bagnardi – è trovare la quadra tra l'emergenza dell'acciaio e l'opportunità strategica e sostenibile dell'aerospazio".
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