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Taranto

Ex Ilva, Urso conferma il terzo possibile acquirente e apre al confronto sui livelli occupazionali

Il ministro delle Imprese e del Made in Italy chiarisce le indiscrezioni su Qatar Steel e si dice disponibile a discutere con i sindacati l’impatto della cassa integrazione

Adolfo Urso

Adolfo Urso

BOLOGNA - Il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, intervenuto a margine della 42esima Assemblea annuale dell’Anci, ha affrontato due questioni centrali sul futuro dell’ex Ilva: gli effetti occupazionali legati alla cassa integrazione e la presenza di un possibile terzo acquirente interessato al siderurgico.

Nel corso dell’incontro con i giornalisti, Urso ha ribadito che esiste effettivamente un operatore industriale estero coinvolto, ma ha escluso conferme sulle indiscrezioni circolate nelle ultime ore.

Dopo le prime domande sulla situazione industriale, il ministro ha spiegato che il confronto con le parti sociali rimane aperto e che il governo è pronto a discutere l’impatto della cassa integrazione sui lavoratori degli impianti. Urso ha sottolineato la disponibilità a un dialogo costante con i sindacati, ricordando il metodo di lavoro adottato negli ultimi anni nei tavoli di crisi. Ha spiegato che il coordinamento istituzionale sulla vicenda si svolge già a Palazzo Chigi, sotto la guida del sottosegretario Alfredo Mantovano, con il coinvolgimento dei ministeri competenti.

Il ministro ha quindi illustrato la proposta operativa presentata dai commissari, un piano transitorio valido sino a febbraio, che punta a eseguire le manutenzioni necessarie sull’unico altoforno attualmente in funzione e su quello fermo per sequestro probatorio. Le perizie su quest’ultimo, ha ricordato, sono appena iniziate. È inoltre prevista la riattivazione dell’altoforno chiuso durante la gestione Mittal. Gli interventi riguarderanno anche gli impianti collaterali, con l’obiettivo di aumentare la capacità produttiva e garantire condizioni adeguate di sicurezza per i lavoratori. Urso ha rimarcato che la priorità immediata è completare questi interventi per riportare gli impianti a pieno regime entro la fine di febbraio.

Sui timori occupazionali, il ministro ha confermato la disponibilità del governo a esaminare nel dettaglio gli effetti che le misure transitorie potrebbero avere sui livelli di cassa integrazione, manifestando l’intenzione di concordare ogni passaggio con le organizzazioni sindacali.

Nella parte finale dell’incontro è arrivata la domanda più attesa, legata alle voci sull’interesse di Qatar Steel come terzo attore nella procedura di vendita. Urso ha respinto ogni ricostruzione non ufficiale, definendola impropria. Alla richiesta di chiarimenti, il ministro ha ribadito in modo diretto che esiste un terzo operatore industriale straniero, precisando però che ogni altro dettaglio, comprese le indiscrezioni su nomi specifici, non trova riscontro nelle informazioni in possesso del governo.

Urso ha invitato a fare riferimento esclusivamente alle comunicazioni ufficiali, evidenziando la necessità di evitare speculazioni in una fase così delicata per il futuro dello stabilimento siderurgico e per la tutela dei lavoratori coinvolti.

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