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Elezioni regionali

Ex Ilva: “Lo Stato torni a guidare. Taranto non può essere abbandonata”

Il candidato regionale della lista Decaro Presidente Egidio Albanese denuncia la mancanza di una regia governativa sulla vertenza e richiama il valore strategico dell’acciaio. “Serve un intervento immediato per tutelare salute, lavoro e futuro della città”

Egidio Albanese

Egidio Albanese

TARANTO - “A Taranto non si gioca solo il futuro di un sito industriale, ma la dignità di migliaia di lavoratori e l’equilibrio sociale di un’intera città”. Con queste parole, Egidio Albanese, candidato al Consiglio regionale nella lista Decaro Presidente, apre un intervento diretto e senza mediazioni sulla crisi dell’ex Ilva, scegliendo di collocarsi a fianco dei lavoratori e delle famiglie che da anni vivono nell’incertezza.

Albanese parla di una comunità sospesa, “l’angoscia e la preoccupazione di chi vive ormai da anni sospeso”, e attacca il Governo per aver lasciato a Regione e Comune “un cerino acceso, un compito impossibile”, senza assumersi responsabilità su quello che definisce un asset industriale nazionale. Secondo il candidato, l’esecutivo avrebbe gli strumenti per intervenire, ma sceglierebbe deliberatamente di non farlo.

“Il Governo sa bene quali strumenti ha a disposizione”, afferma Albanese, ricordando che lo Stato è socio di maggioranza di Leonardo e che, quando ritiene strategico un settore, esercita la sua presenza. Da qui il passaggio più critico: “E allora perché non lo fa con l’acciaio di Taranto? Perché non esercita la sua funzione di guida e garanzia?”

L’acciaio è il fulcro del ragionamento politico ed economico dell’intervento: “La siderurgia è centrale per la sicurezza produttiva del Paese”, osserva Albanese, denunciando l’inerzia istituzionale: “È troppo facile guardare altrove mentre qui si spegne un motore industriale che potrebbe invece trainare l’intera economia nazionale.”

Non manca un riferimento a dinamiche internazionali che, secondo il candidato, rischiano di penalizzare la città jonica: “Viene il dubbio, serio, che la mancata produzione a Taranto faccia comodo a chi ha smesso di investire in Italia, ma continua a fare affari all’estero dove le regole sono più deboli e i controlli più leggeri.”

Nel passaggio centrale del suo intervento, Albanese invoca un cambio di rotta netto: “Lo Stato deve tornare protagonista. Deve farlo ora, deve farlo con decisione, e deve farlo mettendo al centro la salute, il lavoro e il futuro dei cittadini di Taranto.” A suo avviso, la città sta pagando “un prezzo troppo alto per l’incapacità altrui”.

Il candidato chiude con un impegno politico che intende trasformare in priorità istituzionale in caso di elezione: “Nel prossimo Consiglio regionale, se avrò l’onore di rappresentare questa terra, pretenderò un confronto diretto e permanente con il Governo. Taranto non può più essere lasciata sola, e io non permetterò che lo sia.”

Le sue parole si inseriscono in un clima di crescente tensione attorno al futuro dello stabilimento e segnano la volontà di riportare il dossier ex Ilva al centro dell’agenda regionale e nazionale.

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