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Taranto
11 Novembre 2025 - 09:13
Lo spegnimento dell'Altoforno 4 all'ex Ilva
TARANTO - È destinata a riaccendere il dibattito sull’emergenza ambientale la denuncia presentata da Luciano Manna, fondatore di VeraLeaks, in seguito al nuovo fermo dell’altoforno 4 dello stabilimento ex Ilva di Taranto, gestito da Acciaierie d’Italia. L’arresto dell’impianto, iniziato alle 22 del 10 novembre 2025, avrebbe provocato – secondo quanto segnalato da Manna – l’emissione in atmosfera di gas nocivi attraverso le valvole bleeder poste in cima alla struttura.
Nel suo comunicato, Manna contesta la mancanza di trasparenza da parte della gestione dell’acciaieria, accusata di non aver fornito dati ufficiali sulla natura e sulla quantità dei gas rilasciati durante l’operazione di fermata. “Il gestore – afferma – non rispetta il piano di monitoraggio e controllo previsto dall’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA), violando così sia il Testo Unico Ambientale che le direttive europee recepite nella normativa nazionale”.
Per tali motivi, VeraLeaks ha annunciato il deposito di una denuncia penale nei confronti dei commissari straordinari del governo, dei gestori dello stabilimento e del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, accusato di “minimizzare le criticità ambientali attraverso la comunicazione istituzionale”. L’esposto, spiega Manna, chiederà inoltre alla Procura di Taranto di verificare se le istituzioni preposte ai controlli abbiano agito correttamente “a tutela della salute dei cittadini”.
Manna ricorda che episodi simili si sono già verificati in passato. “Dal 2022, dopo le ispezioni di Ispra e Arpa Puglia che avevano accertato emissioni diffuse e non convogliate nell’area Afo, nulla è cambiato. Il gestore ha già ricevuto diffide per inottemperanza alle prescrizioni, ma i problemi si ripetono”.
Particolarmente dura la critica rivolta alla Asl di Taranto, accusata di non intervenire tempestivamente in caso di allarmi ambientali. “L’altoforno fuma e la Asl resta in silenzio, senza fornire comunicazioni ufficiali neppure quando – pochi giorni fa – diversi cittadini hanno accusato malesseri per la forte presenza di gas nell’aria. Il dipartimento di prevenzione, per i tarantini, non prevede azioni concrete: solo statistiche su malattie e decessi”, ha dichiarato Manna.
Il fondatore di VeraLeaks conclude con un messaggio diretto ai vertici industriali: “Nonostante il clima di paura che si tenta di instaurare tra i lavoratori, VeraLeaks continuerà a monitorare dall’interno gli impianti. Le responsabilità di chi gestisce questa fabbrica – aggiunge – saranno giudicate davanti al popolo di Taranto”.
La vicenda si inserisce in un contesto già teso, alla vigilia dell’incontro a Palazzo Chigi convocato dal governo con i sindacati metalmeccanici, in cui il ministro Urso ha promesso di illustrare il piano per la riconversione industriale e la salvaguardia occupazionale dell’area tarantina. Un dossier che resta, anche questa volta, al centro delle tensioni tra sviluppo e diritto alla salute.
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