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Taranto

Un tarantino chiamato a metter pace a San Luca, in Aspromonte

Giuseppe Semeraro, de “La tazzina della Legalità”, ha dato disponibilità per un cantiere di idee

Giuseppe Semeraro

Giuseppe Semeraro

TARANTO - Basterà l’impegno di un tarantino per riportare al voto il paese calabrese di San Luca, in Aspromonte (più volte al centro della cronaca per vicende legate alla ‘ndrangheta) e quindi, restituirgli un’amministrazione comunale in grado di governarla?

Il “facitore di pace” (una definizione cara a don Tonino Bello) è Giuseppe Semeraro, il quale ha raccolto l’appello dall’associazione di cui fa parte, “La tazzina della Legalità”, fondata da Sergio Gaglianese, presidente nazionale di Confassociazioni, per una opera di mediazione al fine di riportare al voto un Comune che ha subito il terzo commissariamento per infiltrazioni mafiose negli ultimi 25 anni. Finora, purtroppo, l’intervento dello Stato, considerato inconsistente dagli abitanti, non è servito a estromettere la criminalità organizzata dal controllo delle scelte amministrative e degli appalti. “Non siamo davanti a un paese vuoto ma a una comunità dell’Aspromonte con una storia e con un patrimonio religioso che possono diventare sviluppo” – dice Semeraro, anche segretario nazionale delle Città del Crocifisso e della Rete delle Città Marciane, cioè legate al culto di San Marco.

San Luca può e deve ripartire dai suoi patrimoni e da una comunità che non si senta più sola, chiedendo alla parte sana del paese di esporsi e di candidarsi” – continua l’esponente de “La tazzina della Legalità”, che presto si recherà in Aspromonte per incontrare le istituzioni e le realtà locali. Tra i primi contatti, quelli con il parroco, don Gianluca Longo, mentre il senatore Walter Verini, membro della Commissione Antimafia, ha dato la disponibilità ad incontrare Semeraro assieme al presidente nazionale Gaglianese nel più breve tempo possibile.

Vogliamo dar vita a un cantiere di idee che coinvolga famiglie, giovani, associazioni, comunità parrocchiali e operatori economici locali – dice – Bisogna ascoltare i bisogni veri e nello stesso tempo valorizzare ciò che c’è già. Penso al patrimonio religioso locale come leva turistica, al borgo aspromontano come luogo di accoglienza e non di paura. Una proposta amministrativa seria nasce dal basso, chiara e trasparente e per questo cercheremo di arrivare alla prossima scadenza elettorale con una proposta chiara, voluta e riconosciuta dalla comunità”.

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