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Lecce

Chiuse le indagini sull’ex assessore regionale Delli Noci e altri 31 indagati

La Procura salentina conclude l’inchiesta avviata nel 2018 su presunti favori a imprenditori in cambio di sostegno elettorale. Coinvolti 29 privati e 3 società

Alessandro Delli Noci

Alessandro Delli Noci

LECCE - La Procura di Lecce ha formalmente chiuso l’inchiesta che vede tra i principali indagati l’ex assessore regionale allo Sviluppo Economico Alessandro Delli Noci, notificando l’avviso di conclusione delle indagini a 32 soggetti, tra cui 29 persone fisiche e 3 società. L’atto, che precede di norma la richiesta di rinvio a giudizio, segna una nuova fase del procedimento avviato dai magistrati salentini.

Secondo quanto emerso, le contestazioni riguardano reati che spaziano dall’associazione per delinquere alla corruzione, passando per truffa aggravata, riciclaggio e autoriciclaggio. L’indagine, coordinata dai pubblici ministeri Alessandro Prontera e Massimiliano Carducci, copre un arco temporale compreso tra il 2018 e il 2021 e si concentra su presunti scambi di favori tra amministratori pubblici e imprenditori, in particolare per agevolazioni legate a investimenti nel settore turistico-ricettivo, in cambio di appoggi elettorali.

A condurre le attività investigative è stata la Guardia di Finanza, che ha ricostruito i rapporti intercorsi tra i diversi soggetti coinvolti. Tra gli indagati figurano anche l’ingegnere Maurizio Laforgia, figlio del presidente dell’Acquedotto Pugliese Domenico Laforgia, l’imprenditore Corrado Congedo e alcune società riconducibili ad Alfredo Barone, altro imprenditore noto nel territorio.

Il nome di Delli Noci era già finito al centro dell’attenzione pubblica nei mesi scorsi: il 5 giugno la Procura aveva chiesto per lui gli arresti domiciliari, richiesta poi revocata pochi giorni dopo per l’assenza di esigenze cautelari. L’ex assessore aveva rassegnato le dimissioni l’11 giugno, scelta che aveva accompagnato la decisione di non ricandidarsi alle elezioni regionali fissate in Puglia per il 23 e 24 novembre prossimi.

Con la chiusura delle indagini, spetterà ora ai magistrati valutare se chiedere il rinvio a giudizio o l’archiviazione per ciascuno degli indagati, mentre la vicenda continua a suscitare ampio dibattito politico nella regione.

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