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Trani

Sequestrati 112 appartamenti, conti correnti e liquidità per 65 milioni: nei guai 4 persone e 5 società

Operazione “Circùmfero” della Guardia di Finanza su disposizione della Procura di Trani. Sigilli a immobili, aziende e conti correnti. Indagini partite da un appalto di edilizia convenzionata legato al “Contratto di Quartiere II”

La Guardia di Finanza davanti al Tribunale di Trani

La Guardia di Finanza davanti al Tribunale di Trani

TRANI - Una vasta operazione della Procura della Repubblica di Trani, condotta con il supporto del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Barletta, ha portato al sequestro preventivo d’urgenza di beni per un valore complessivo di circa 65 milioni di euro.

Il provvedimento, in attesa di convalida da parte del Giudice per le Indagini Preliminari, riguarda quattro persone e cinque società operanti nel settore edilizio, accusate a vario titolo di bancarotta fraudolenta, autoriciclaggio e sottrazione fraudolenta al pagamento di debiti verso l’Erario.

L’operazione, denominata “Circùmfero”, rappresenta la conclusione di un’articolata indagine avviata su delega della Procura nei confronti di tre società edili amministrate dalla stessa persona, riunite in un’Associazione Temporanea di Imprese (A.T.I.) incaricata della realizzazione di un programma di edilizia convenzionata con il Comune di Trani nell’ambito del Contratto di Quartiere II. Secondo gli inquirenti, le aziende avrebbero omesso il versamento degli oneri di urbanizzazione previsti dalla convenzione, per un importo complessivo superiore a 2 milioni di euro, somma che il TAR Puglia aveva già ingiunto di versare nel 2016.

Le indagini avrebbero fatto emergere un complesso sistema di operazioni distrattive e fittizie compravendite immobiliari, finalizzate – secondo l’accusa – a sottrarre il patrimonio societario al pagamento dei debiti verso la pubblica amministrazione. Gli investigatori della Guardia di Finanza hanno accertato la cessione simulata di unità abitative e beni aziendali a favore di altre due imprese riconducibili allo stesso imprenditore, con l’utilizzo di scritture contabili artefatte per nascondere la reale natura delle transazioni.

Tali condotte, secondo la Procura, hanno portato al dissesto patrimoniale delle società coinvolte e alla successiva liquidazione giudiziale disposta dal Tribunale di Trani. In seguito, per ostacolare la tracciabilità dei beni e dissimulare la provenienza illecita degli immobili, le aziende acquirenti avrebbero proceduto a scissioni societarie fraudolente, trasferendo gli asset a tre nuove imprese edili riconducibili a membri della famiglia dell’imprenditore originario.

Il decreto di sequestro ha disposto il blocco di 112 unità immobiliari, conti correnti, strumenti finanziari e liquidità per un valore di circa 40 milioni di euro. È stato inoltre ordinato il sequestro per equivalente di tre immobili coinvolti nelle operazioni di autoriciclaggio e il blocco delle quote societarie e dei crediti fiscali delle aziende riconducibili agli indagati, inclusi nove compendi aziendali (otto società e una ditta individuale), con 237 unità immobiliari e 13 automezzi, per un valore stimato di 25 milioni di euro.

Gli inquirenti hanno inoltre avviato ulteriori verifiche per garantire la tutela dei terzi in buona fede, ossia di eventuali cittadini che abbiano acquistato immobili senza conoscenza delle irregolarità.

La gestione e la custodia dei beni sequestrati saranno affidate a un amministratore giudiziario nominato dal G.I.P., incaricato di garantire la conservazione del patrimonio immobiliare e aziendale.

L’inchiesta “Circùmfero”, spiegano gli investigatori, si inserisce nell’azione di contrasto della Guardia di Finanza e della Procura di Trani contro i fenomeni di illegalità economico-finanziaria più gravi, con l’obiettivo di tutelare l’economia sana e i lavoratori dipendenti, spesso vittime inconsapevoli di sistemi fraudolenti e società di comodo create per eludere debiti e responsabilità.

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