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Agricoltura
04 Novembre 2025 - 11:40
Frutta e verdura
BARI - L’autunno pugliese sembra essersi smarrito. Le temperature sopra la media stagionale, unite a una siccità sempre più preoccupante, stanno trasformando i campi della regione in un mosaico di stagioni sovrapposte. Nei mercati si trovano ancora melanzane, pomodori, zucchine e peperoni, ortaggi tipicamente estivi che continuano a maturare nonostante il calendario segni novembre.
È il segno tangibile di un clima impazzito, denunciano da Coldiretti Puglia, che vede le campagne travolte da una “tropicalizzazione” del meteo, fatta di temperature elevate, piogge brevi ma violente e lunghi periodi di caldo anomalo.
Accanto agli ortaggi estivi, nei campi pugliesi si raccolgono anche cime di rape e cavoli, prodotti invernali che rischiano però di compromettersi per effetto della calura: il calore costante favorisce infatti una fioritura precoce, danneggiando la qualità e riducendo drasticamente la resa.
La prolungata fase vegetativa mette in crisi i cicli produttivi e accende l’allarme tra gli agricoltori. “Il caldo persistente – spiegano da Coldiretti – spinge le piante a nuove fioriture che verranno poi colpite dalle prossime ondate di freddo, con conseguenze devastanti sulla produzione”.
Ma a preoccupare non è solo l’instabilità climatica. Con i pozzi costretti a lavorare senza sosta per compensare la mancanza di pioggia, gli oneri di irrigazione sono saliti vertiginosamente, aggravati dal caro carburanti. Le colture soffrono per la maturazione simultanea degli ortaggi e per i costi ormai insostenibili che incidono sui bilanci delle aziende agricole.
I danni sono già visibili. Nel 2025 la siccità ha dimezzato i raccolti di molte produzioni chiave: pomodori, grano, foraggio e miele. Gli allevatori hanno dovuto acquistare mangimi a caro prezzo per compensare la mancanza di pascolo, mentre gli apicoltori segnalano la perdita di oltre il 50% della produzione. Le api, stremate dal caldo e dalla mancanza di fioriture, non riescono più a garantire un ciclo produttivo stabile.
Pesante anche il bilancio dell’olivicoltura, con una flessione del 40% rispetto al 2024. Gli uliveti, già indeboliti dalle malattie e dai parassiti, risentono ora del caldo anomalo che accelera i tempi di maturazione e riduce la resa in olio.
Un ulteriore fattore di rischio è rappresentato proprio dai parassiti, che grazie al clima mite restano attivi anche in autunno, attaccando le colture in campo. Il fenomeno interessa anche le aree urbane, dove zanzare e mosche sono ancora presenti in pieno novembre.
Secondo Coldiretti, tutto ciò conferma una tendenza ormai strutturale: stagioni sempre più sfalsate, piogge concentrate e violente, sbalzi termici repentini e un’agricoltura costretta ad adattarsi a ritmi innaturali.
“La Puglia – spiegano dall’organizzazione agricola – sta diventando un laboratorio del cambiamento climatico. È necessario agire con urgenza, investendo in infrastrutture idriche, difesa del suolo e ricerca, per proteggere la produzione agricola e il reddito delle aziende”.
Dietro i banchi dei mercati, dove il consumatore trova ancora frutti d’estate, si nasconde dunque il volto inquieto di una terra che cambia volto sotto la pressione del clima, con effetti diretti sull’economia, sull’occupazione e sulla sicurezza alimentare dell’intera regione.
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