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Bari

Rsa, l’appello del Tribunale del Malato: “Difendiamo i diritti dei pazienti fragili e delle famiglie”

Diego Rana, presidente nazionale del Tribunale per la Tutela dei Diritti del Cittadino, del Malato: “A rischio i diritti dei malati, servono soluzioni strutturali per evitare il collasso del sistema”

Diego Rana

Diego Rana

BARI - La delibera della Regione Puglia che, fino a dicembre 2025, autorizza le strutture sanitarie private accreditate a sostituire temporaneamente una parte degli infermieri professionali con operatori socio-sanitari (Oss) per garantire la continuità dell’assistenza, continua a far discutere. Il provvedimento, adottato per fronteggiare la crescente carenza di personale qualificato dovuta all’assorbimento degli infermieri nel settore pubblico tramite concorsi, punta a non compromettere gli accreditamenti delle Rsa e a tutelare così le rette a carico delle famiglie.

Su questo punto si concentra l’intervento di Diego Rana, presidente nazionale del Tribunale per la Tutela dei Diritti del Cittadino, del Malato, che avverte con tono accorato le possibili conseguenze di un braccio di ferro istituzionale. “Siamo consapevoli che la Regione abbia varato questo provvedimento per proteggere le persone prima ancora delle aziende – sottolinea – e questo non può che trovarci favorevoli. È una misura di buon senso che serve a mantenere in piedi strutture che danno lavoro a migliaia di persone in tutta la Puglia e che offrono circa 10mila posti letto ad anziani e persone fragili. L’obiettivo di mantenerle in vita è degno di attenzione e rilievo”.

Il presidente del Tribunale dei Malati esprime però forte preoccupazione per le posizioni critiche emerse da parte dell’Ordine degli infermieri e di alcune sigle sindacali, in particolare Cgil e Uil, che hanno chiesto la revoca della delibera. “Siamo colpiti da questa presa di posizione – osserva Rana – perché solitamente questi organismi sono attenti alla tutela dei lavoratori e delle persone fragili. In questo caso sembra di assistere a una guerra tra poveri, nella quale alla fine perdono tutti, a cominciare proprio da quelle stesse persone che si intende proteggere”.

Secondo il Tribunale dei Malati, il nodo è strutturale e non riguarda la volontà delle imprese: “Le aziende non hanno alcun interesse a modificare i parametri del rapporto tra infermieri e Oss – spiega Rana – ma devono fare i conti con la drammatica carenza di professionisti. Se ci fossero infermieri disponibili, sarebbero prontissime ad assumerli immediatamente. Purtroppo non ci sono. E gli imminenti concorsi regionali, che andranno a drenare oltre 1.000 professionisti dal settore privato per immetterli negli ospedali pubblici e nelle nuove strutture sanitarie, peggioreranno la situazione. A questo va aggiunta un’altra considerazione che rinviene dall’ascolto dei gestori delle strutture: la minor presenza di infermieri non significa affatto che all’interno delle Rsa non ci saranno professionisti preparati. Anzi, il tutto sarà compensato da una maggiore attenzione posta dai medici e dal responsabile sanitario della struttura”.

Rana conclude con un appello accorato, mettendo in primo piano il destino delle famiglie e dei pazienti fragili: “Nell’interesse dei malati chiediamo di abbassare i toni e di concentrarci su come affrontare e risolvere in modo strutturale il problema. Non possiamo permettere che, per una guerra di posizioni, a pagare siano gli anziani e le persone in condizioni di fragilità e, insieme a loro, le famiglie e i lavoratori delle strutture”.

L’intervento del Tribunale dei Malati, carico di pathos, accende così i riflettori su un provvedimento che potrebbe decidere le sorti di un sistema fatto di pazienti fragili, famiglie e migliaia di addetti, che rischia di crollare sotto il peso della carenza di personale e della rigidità delle norme.

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