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Bari
30 Settembre 2025 - 15:17
Una Rsa pugliese - archivio
BARI - A pochi giorni dall’approvazione della delibera regionale che introduce misure urgenti e provvisorie per fronteggiare la carenza di personale infermieristico nelle Rsa pugliesi, le principali associazioni del settore hanno diffuso una nota congiunta. Uneba, Welfare a Levante, Confcooperative, AGCI Puglia, Imprese Sociali e FIMP esprimono soddisfazione per la scelta della Regione, definendola una “prima risposta concreta” a un problema che da anni mina la tenuta delle strutture socio-sanitarie e la continuità assistenziale verso i pazienti non autosufficienti.
Secondo le associazioni, l’intervento del governo regionale permette alle strutture di garantire la dovuta continuità assistenziale e la serenità dei livelli occupazionali, evitando di sacrificare l’interesse dei pazienti fragili alle tensioni di parte che, spiegano, spesso provengono da fronti sindacali e politici. La nota sottolinea che la carenza di infermieri non deriva dalla volontà delle strutture ma da fattori esterni: numero insufficiente di laureati, fuga di professionisti fuori Regione e preferenza per il settore pubblico a scapito di quello privato e accreditato.
Le sigle firmatarie ricordano che le Rsa e le altre strutture pugliesi applicano i contratti nazionali di settore e spesso li integrano con maggiorazioni, assegni ad personam e incentivi, pur di offrire stipendi più competitivi. Tuttavia, i costi del lavoro continuano a crescere senza che vi sia una copertura proporzionata delle quote sanitarie da parte della Regione. A questo proposito, viene sottolineato che nel 2025 i contratti UNEBA, AIOP RSA e Coop Sociali registreranno un incremento medio dei costi pari al 7,5%, non ancora coperto da adeguamenti tariffari regionali.
Le associazioni ribadiscono che la delibera regionale rappresenta uno strumento temporaneo e non una soluzione definitiva. “È uno strumento di sostegno concreto, seppur limitato nel tempo, per le strutture, gli utenti e i dipendenti”, scrivono, invitando con forza tutti gli attori del sistema – Regione, associazioni di categoria datoriali, sindacati e ordini professionali – a sedersi a un tavolo congiunto.
L’obiettivo, spiegano, è affrontare insieme i nodi irrisolti del settore: digitalizzazione, revisione dei requisiti organizzativi, adeguamento delle tariffe e definizione dei fabbisogni territoriali, così da dare stabilità a un comparto che assiste migliaia di persone fragili e costituisce un presidio fondamentale per la salute pubblica.
“Questo è un dovere nei confronti dei tanti malati affidati alle nostre cure”, concludono UNEBA, Welfare a Levante, Confcooperative, AGCI Puglia, Imprese Sociali e FIMP, rilanciando l’appello a costruire insieme un sistema più sostenibile e capace di tutelare sia i pazienti che i lavoratori.
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