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L'intervento
21 Settembre 2025 - 12:00
La generazione dei boomers tra memoria e marginalità
C’era una volta la persona con i capelli bianchi ritenuta il testimone di storie educative, formative e di tutte le esperienze vissute nell’arco della sua esistenza. Il presente globalizzato, basato sul qui ed ora, ha inquinato ed espropriato di significato questa generazione relegandola ai margini dell’esistenza, in quanto estraneo alle mode dell’era-mercato in cui viviamo.
Nati durante un periodo di crescita economica e sociale (dopoguerra), rappresentano un gruppo demografico significativo in molti paesi occidentali ed hanno notevole potere d'acquisto e sono un target importante per il marketing, grazie ai loro risparmi e a bisogni specifici, hanno vissuto importanti cambiamenti sociali, sino ad arrivare allo Spid, al Pin e al pagamento elettronico.
Hanno camminato nel progresso della civiltà apprendendo l’arte di vivere attraverso accadimenti e conflittualità. La memoria diventa indispensabile strumento verso la consapevolezza critica e quindi aperta nel mostrare senza veli la propria esistenza.
In un epoca come la nostra dominata da tecnologia e complessità la necessità di acquisire competenze specifiche e le mutate condizioni di vita familiare tendono a generare isolamento con processi di e-marginazione generazionale.
I Boomers testimoniano gli aspetti più propriamente precari della natura umana dalla fisicità all’affettività facendo emergere paure e desideri che se prima erano gestiti dalla certezza dell’esperienza, oggi l’era digitale crea confusione senza più continuità nei passaggi ed il percorso compiuto perde di significato generando l’incertezza che uccide.
Viviamo una società dai forti contrasti: la medicina mira al potenziamento delle capacità individuali soprattutto cognitive contrastando l’invecchiamento ma il bombardamento mediatico di notizie vere e false genera situazioni esistenziali di difficoltà e sofferenza; le agenzie educative ormai nel virtuale hanno connotazioni di problematiche e conflitti intergenerazionali restituendo insoddisfazione ed aggressività dove “i nipoti” considerano “i nonni” persone che “non capiscono niente”; l’accesso ai servizi digitali, nati per facilitare la fruizione, è diventato motivo di frustrazione generazionale dove per una prenotazione sanitaria o un pagamento telematico che prevede l’utilizzo di spid, pin, codici di sicurezza e password, causa l’isolamento sociale e la lontananza degli affetti, la figura della badante passa dall’accudimento alla truffa.
Ma dov’è il punto forte di questa generazione? La libertà vera: l’interattivo, il relazionale ed il simbolico, svincolati da condizionamenti quali successo, pregiudizio ed opinione altrui, hanno una ricerca di significato profondo di verità.
Maria Vittoria Colapietro
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