Cerca

Cerca

L'analisi

Il mito della sexalescenza. Un privilegio per pochi

Uomini e donne settantenni che hanno dovuto, loro malgrado, adattarsi a convivere con le innovazioni

Il mito della sexalescenza. Un privilegio per pochi

La descrivono come una personalità "evoluta" rispetto alle generazioni precedenti, quella dei nati negli anni 50/60.

Se ne parla come "una nuova giovinezza piena di energia, curiosità e vitalitá" e sembra aver assunto il ruolo di una moda dei nostri tempi, di chi rifiuta di essere considerato anziano continuando a vivere attivamente, con  consapevolezza e interesse per la tecnologia. Considerano relativamente il dato anagrafico facendo emergere la voglia di vivere e la qualità della vita che scelgono di vivere.

"Molti di loro lavorano ancora perché hanno trasformato il lavoro in vocazione, e non sentono il bisogno di fermarsi".  Li chiamano sexalescenti: un neologismo che suggerisce una sorta di "adolescenza prolungata" o di "nuova giovinezza, dove si recupera il piacere di vivere e si coltivano nuovi interessi".

I media ne stanno facendo un mito: "una generazione di ottimisti che esprimono un atteggiamento positivo, energetico e dinamico"... rispetto a chi si ostina a ricordare con nostalgia: "stavamo meglio quando stavamo peggio"... Quanto tutto questo rappresenti una distrazione/illusione mediatica non è difficile scoprirlo senza essere pessimisti ma semplicemente realisti. 

Stiamo parlando, prevalentemente, di uomini e donne settantenni che hanno dovuto, loro malgrado, adattarsi a convivere con le innovazioni. Alcuni li troviamo il primo di ogni mese in fila davanti agli uffici postali a riscuotere la pensione, a differenza di quelli che sono stati invogliati ad accreditarla sul libretto postale o sul conto corrente bancario. Quelli che spesso riscuotono accompagnati da figli e nipoti interessati. Il bancomat di questa generazione è diventata una certezza a cui attingere più che per scelta, per necessità...

La ricerca  scientifica ha fatto passi in avanti incredibili per allungare la vita comprendendo i meccanismi dell'invecchiamento e identificando terapie, geni e farmaci che possano rallentarlo, per chi può permetterselo!

Lo sa bene chi combatte con l’Alzheimer, fortemente impattante per i pazienti in questa fascia d'età e le rispettive famiglie. Affinché questa assai probabile diagnosi avvenga, bisogna però rivolgersi al SSN. Per chi non può permettersi di ricorrere al privato, il tempo medio di attesa è dai sei mesi ad un anno. Un periodo lungo, un limbo difficile. Mesi in cui ci si sente smarriti e in difficoltà, e la sensazione è quella di dover affrontare un percorso in totale solitudine.

Del resto di quanto questa nuova e interminabile adolescenza sia il privilegio di pochi lo si evince dai dati statistici che indiscutibilmente registrano una situazione complessa caratterizzata da una disparità di reddito,

Il valore medio (lordo) di una pensione, in Italia, è pari a 1.252 euro. Con le sole prestazioni previdenziali, aumenta a 1.444 euro e diminuisce invece a 502 euro per quelle assistenziali. Le pensioni di anzianità valgono in media 2.133 euro, quelle di vecchiaia 1.021 euro, i trattamenti di reversibilità (855 euro).

La condizione reddituale degli anziani insieme alla longevità li porta ad affrontare sfide come l'isolamento sociale, le difficoltà economiche, la solitudine e la crescente necessità di assistenza a causa della fragilità.

L’Italia è tra i Paesi che devono affrontare con maggiore attenzione il problema dell’invecchiamento della popolazione non solo perché il nostro indice di fecondità è tra i più bassi d’Europa, ma anche perché il Paese è sempre meno attrattivo: il 35,8% dei ragazzi italiani vede il proprio futuro fuori dall’Italia, percentuale che sale al 48,4% per le ragazze.

 

La condizione del SSN insieme all’assistenza degli anziani non autosufficienti segna un passo importante nella direzione dei un sistema di welfare unitario e integrato. Secondo l’Istat, si tratta di 3,8 milioni di anziani con disabilità di natura fisica e/o mentale, destinati ad aumentare nei prossimi anni.

L'housing sociale, così importante, accoglie nuove definizioni, ma non si attiva nessun meccanismo per attuarlo. E soprattutto non si garantisce la vera integrazione dell'assistenza sociale e sanitaria.

L'Integrazione degli aspetti sociali, sanitari e assistenziali, oggi completamente separati ognuno in domini acefali e senza comunicazioni degli altri; la presa in carico continuativa della assistenza domiciliare, oggi latente per l'assistito bisognoso; l'approccio complessivo a tutta la popolazione anziana, affiancando al concetto di non autosufficienza quello della fragilità,  più operativo e utile nella prevenzione, rappresentano la vera questione con la quali misurarsi, con finanziamenti adeguati, con coraggiose sperimentazioni, ben consapevoli della gradualità e della complessità delle situazioni, ma anche con una visione pragmatica su questa Italia del futuro con i capelli bianchi. 

Alcuni potranno pure ricorrere alla tintura, ma la realtà è che sono prevalentemente  più fragili dei giovani e non possono essere considerati un peso. Vanno aiutati perché continuino ad essere una risorsa per la società.

  Il Camaleonte 

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Buonasera24

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Termini e condizioni

Termini e condizioni

×
Privacy Policy

Privacy Policy

×
Logo Federazione Italiana Liberi Editori