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Taranto

Morte da amianto, rischia un nuovo processo l’ex direttore dell’Ilva

Il 4 novembre l’udienza preliminare per la vicenda legata al decesso di un ex operaio, colpito da neoplasia polmonare

Il Tribunale

Il Tribunale di Taranto

TARANTO - L’ex direttore dello stabilimento ex Ilva di Taranto, Luigi Capogrosso, rischia un nuovo processo con l’accusa di omicidio colposo per la morte di un ex operaio, deceduto il 25 agosto 2022 a causa di una neoplasia polmonare riconducibile all’esposizione all’amianto. L’udienza preliminare è stata fissata per il 4 novembre.

La vittima aveva lavorato dal 1987 al 1991 per una ditta in appalto come gruista e manutentore e successivamente, tra il 1991 e il 2001, era stato assunto direttamente dall’Ilva con le stesse mansioni, svolte nei reparti Bramme e Acciaieria-Treno Nastri 2.

Secondo l’accusa, Capogrosso, nella sua funzione di direttore, non avrebbe rispettato le norme di prevenzione degli infortuni sul lavoro, omettendo di garantire adeguata formazione e informazione ai dipendenti e di fornire le necessarie protezioni, in particolare contro il rischio legato alle fibre di amianto.

La vicenda, che coinvolge come parti offese la moglie, i due figli e due fratelli dell’ex operaio, si inserisce nel lungo elenco di procedimenti che hanno riguardato nel tempo la fabbrica tarantina in relazione ai casi di malattie professionali.

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