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Il Siderurgico
15 Settembre 2025 - 08:16
Acciaierie d'Italia, futuro da scrivere
"La società siderurgica francese Ascometal, oggi NovAsco, specializzata nella produzione di laminati piani in acciaio speciale, è al suo quarto fallimento in 11 anni e non riesce a trovare un rilancio duraturo seppur, in questi anni, alcuni asset siano stati salvati e rilanciati. Ad esempio, il gruppo italiano Marcegaglia, a maggio 2024, si è aggiudicata lo stabilimento di Fos-sur-Mer mantenendo i dipendenti e investendo 600 milioni di euro nel sito dell’area del Grand Port di Marsiglia. Un destino che non toccherà però a tutta l’azienda che, un anno dopo, è composta da quattro siti industriali situati a Hagondange (450 dipendenti), Dunkerque (161 dipendenti), Custines (51 dipendenti) e Saint-Etienne (37 dipendenti)".
La crisi globale dell'acciaio e della siderurgia, tema cruciale a Taranto, città dell'ex Ilva e dello stabilimento oggi Acciaierie d'Italia, trova una vicenda esemplare in Francia - una storia che può essere letta anche alla luce di quanto sta accadendo in Puglia.
A raccontarla, su Moneta, è Sofia Fraschini.
"La storia di questo gruppo e del suo poker di fallimenti arriva da lontano. E l’ultimo atto riguarda l’ennesima amministrazione controllata decisa ad agosto. Con un fabbisogno di finanziamenti di circa 200 milioni di euro, secondo l’entourage del ministero dell’Industria francese, l’azienda è di nuovo in cerca di un cavaliere bianco. E questo, appena un anno dopo l’acquisizione da parte del fondo britannico Greybull Capital. Insomma, l’azienda specializzata in acciai speciali per l’industria automobilistica e meccanica non trova pace. Allo stato attuale sono state presentate due offerte e due lettere di intenti. Le prime due dal gruppo Europlasma, con sede nelle Landes, e dall’azienda industriale Métal Blanc. La seconda dal gruppo industriale lionese ACI e da Greybull. Nessuna di queste offerte si è posizionata per un’acquisizione totale del gruppo, e nessuna include Hagondange e i suoi 450 dipendenti che, a questo punto, rischiano davvero gli effetti di una chiusura non reversibile. Insomma, non solo un ulteriore spezzatino è vicino ma anche la chiusura di parte dei siti", annota Fraschini.
La giornalista si pone poi una, anzi 'la' domanda: "Perché tutti continuano a scappare? A conti fatti sembrerebbe che l’intero complesso sia insostenibile e che lo spezzatino sia invece l’opzione migliore. Il caso del rilancio Marcegaglia insegna che non è l’opzione peggiore, anzi. Nel sito francese, il progetto del gruppo italiano ha l’obiettivo di portare ad un aumento significativo della produzione del forno elettrico sino a 1-1,2 milioni di tonnellate di acciaio, grazie anche a un impianto di colata continua bramme e a un impianto all’avanguardia per la laminazione in coils a caldo, per una capacità di produzione totale compresa tra 1,6 e 2 milioni di tonnellate. D’altra parte, il forte rallentamento del settore automobilistico, uno dei maggiori consumatori di acciaio, sta mettendo in seria difficoltà l’industria siderurgica e questa azienda fortemente legata agli ordini delle quattro ruote".
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