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Lecce

Fiammata dal barbecue, grave un 45enne nel Leccese. Secondo caso in questa estate

Due episodi drammatici in Puglia riportano l’attenzione sui rischi legati all’uso improprio di liquidi infiammabili. L’uomo di Nardò è ricoverato in Rianimazione, mentre a Bisceglie il giovane Salvatore Ciciriello non è sopravvissuto alle ustioni

L'ospedale Vito Fazzi di Lecce

L'ospedale Vito Fazzi di Lecce

LECCE - Un barbecue si trasforma in tragedia domestica a Sant’Isidoro, marina di Nardò. Un uomo di 45 anni è stato colpito da una violenta fiammata di ritorno mentre tentava di ravvivare il fuoco con del liquido infiammabile. L’esplosione di fiamme lo ha investito in pieno, provocandogli ustioni gravi al volto. Immediatamente soccorso, è stato trasportato al pronto soccorso del “Vito Fazzi” di Lecce, dove i medici hanno disposto il ricovero in Rianimazione. Le sue condizioni sono considerate molto serie.

Un episodio che richiama alla mente quanto accaduto poche settimane fa a Bisceglie, dove la stessa dinamica ha avuto un epilogo tragico. Salvatore Ciciriello, 20 anni, rimasto ustionato l’11 luglio da una fiammata partita da un barbecue acceso nel cortile della sua abitazione in via Fragata, è morto dopo 11 giorni di agonia. Il giovane era stato trasportato in condizioni disperate al reparto di Rianimazione del Policlinico di Bari, ma le ustioni estese su gran parte del corpo non gli hanno lasciato scampo.

Due episodi che, a distanza di poche settimane e in province diverse della Puglia, evidenziano la pericolosità dell’uso di liquidi infiammabili per accendere o ravvivare i barbecue, spesso sottovalutata, ma che può trasformare un momento di convivialità in un dramma.

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