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Bari

Tensione all’Arco Basso: protesta delle pastaie dopo il sequestro dei prodotti

Dopo il blitz di ieri della polizia Annonaria che ha portato via 151 chili di taralli e pasta, scoppia un parapiglia con una troupe giornalistica: un cameraman finisce al 118, una telecamera distrutta

La guerra delle orecchiette a Bari Becchia

La guerra delle orecchiette a Bari Becchia

BARI - Mattinata ad alta tensione all’Arco Basso, cuore della città vecchia di Bari e punto di riferimento per le celebri pastaie. Dopo il blitz di martedì pomeriggio della polizia Annonaria, che aveva sequestrato 151 chili di prodotti non autorizzati tra pasta fresca e taralli, le artigiane hanno deciso di manifestare montando i tavolini di traverso lungo la strada come gesto di protesta.

La situazione è degenerata con l’arrivo di una troupe giornalistica di un sito web: le riprese hanno scatenato un parapiglia che ha coinvolto pastaie e cronisti. Nel trambusto, un cameraman è rimasto ferito ed è stato soccorso dal 118, mentre la telecamera utilizzata per le riprese è andata distrutta. Le artigiane, dal loro canto, hanno accusato i reporter di aver causato un malore a una delle colleghe, incinta.

Sul posto sono intervenuti carabinieri e agenti della polizia municipale per riportare la calma. Intanto una delegazione delle pastaie ha raggiunto Palazzo di Città, dove è stata ricevuta dal sindaco Vito Leccese, insieme agli assessori Pietro Petruzzelli e Carla Palone. Nel corso dell’incontro, Petruzzelli ha chiarito che la tradizione delle orecchiette fresche sarà tutelata e che le pastaie possono continuare a esporre i telai e a realizzare la pasta a titolo dimostrativo. Ciò che non è consentito, ha spiegato, è la vendita o esposizione di orecchiette industriali senza autorizzazione.

Un concetto ribadito anche da Palone, che ha sottolineato come la polizia locale operi nel rispetto della legalità e che, in assenza di regolare autorizzazione, i sequestri avvengano come in qualsiasi mercato cittadino o attività di ristorazione.

L’amministrazione comunale ha dunque confermato la disponibilità a salvaguardare il valore identitario delle pastaie, ma nel rispetto delle regole previste per la vendita su aree pubbliche.

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