A parlare è Ignazio Tullo, amministratore unico dell’azienda, che respinge con decisione l’accusa di voler sacrificare ulivi o altri alberi per far spazio alle infrastrutture energetiche. "Siamo di fronte a un’ondata di allarmismi infondati", dichiara Tullo, specificando che l’attività della società si muove nel pieno rispetto delle normative ambientali e con la supervisione degli enti competenti.
Secondo quanto precisato dall’azienda, per ogni albero rimosso è previsto il reimpianto di un numero equivalente di esemplari, sempre su terreni di proprietà di chi ha sottoscritto volontariamente un contratto con la società energetica. "È una procedura trasparente e regolamentata", sottolinea Tullo, smentendo con fermezza qualsiasi narrazione legata alla distruzione del patrimonio arboreo.
L’intervento arriva dopo che, nei giorni scorsi, alcuni soggetti istituzionali avevano lanciato accuse velate sull’impatto degli impianti fotovoltaici sul paesaggio agricolo, insinuando un possibile rischio per l’integrità ambientale e culturale dell’area. Da qui, la necessità – spiega Eprogect – di ristabilire i fatti e di ribadire l’impegno concreto verso una transizione ecologica realmente compatibile con la tutela del territorio.
"La nostra attività non solo non distrugge, ma contribuisce a valorizzare il territorio", prosegue Tullo, rimarcando l’obiettivo della società: un modello di sviluppo che coniughi energia pulita, riqualificazione ambientale e sostenibilità. La posizione è netta: si tratta di un investimento per il futuro, che non calpesta ma protegge l’identità agricola e paesaggistica pugliese.
Nel concludere il suo intervento, l’amministratore unico di Eprogect invita giornalisti, cittadini e amministratori ad affrontare il tema dell’energia con sguardo critico e responsabilità, evitando derive ideologiche e valutando i progetti sulla base dei dati e delle regole, non delle paure.
"Non chiediamo silenzio, ma ascolto. Il territorio ha bisogno di verità, non di propaganda", è l’ultima sottolineatura. La società, insomma, non intende sottrarsi al confronto, ma chiede che si parli di energia e paesaggio in termini concreti, informati e orientati al bene comune.