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La mobilitazione
06 Luglio 2025 - 11:38
Il cane Bruno dell’Unità cinofila da Soccorso con la premier Giorgia Meloni
TARANTO - La notizia della morte di Bruno, il cane-eroe del centro di addestramento di Taranto, ha continuato a suscitare indignazione e dolore in tutta Italia. Il bloodhound molecolare, noto per aver contribuito al ritrovamento di 9 persone scomparse durante la sua carriera, è stato ucciso in circostanze che gli inquirenti definiscono atroci. A rendere ancora più drammatica la vicenda è la conferma che Bruno sarebbe stato attirato con un’esca riempita di chiodi, che gli ha provocato una lunga agonia per emorragia interna.
La premier Giorgia Meloni, che in passato aveva premiato personalmente Bruno per il suo impegno al servizio dello Stato, ha voluto esprimere pubblicamente il suo cordoglio. Su X, ha scritto: “Una notizia che stringe il cuore, un atto vile, codardo, inaccettabile. Grazie per tutto ciò che hai fatto, Bruno.” Il messaggio della presidente del Consiglio è stato accompagnato da una foto che la ritrae accanto all’animale, simbolo del legame speciale tra il cane e le istituzioni.
Sul fronte giudiziario, si muove anche Michela Vittoria Brambilla, presidente dell’Intergruppo parlamentare per i Diritti degli Animali e della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente. La deputata ha annunciato la presentazione di una denuncia formale per costituirsi parte civile nel procedimento che, come auspicato, si aprirà nei confronti del responsabile.
“Quella riservata a Bruno è stata una morte orrenda, lunga e dolorosissima – ha dichiarato Brambilla –. Una crudeltà inimmaginabile riservata a un animale che ha salvato vite umane. Un’azione ignobile che, a mio avviso, non è frutto di cieca ferocia, ma potrebbe avere un movente preciso: Bruno aveva contribuito a far sequestrare cani usati nei combattimenti clandestini.”
La pista investigativa, al momento non confermata ufficialmente, porterebbe quindi a un possibile collegamento con ambienti criminali legati al maltrattamento di animali. “Proprio per questo – ha proseguito la parlamentare – è essenziale identificare il colpevole e applicare le pene previste dalla legge, che porta il mio nome.”
La cosiddetta legge Brambilla, entrata in vigore per rafforzare le tutele sugli animali, prevede fino a 4 anni di carcere e 60.000 euro di multa per chi uccide un animale con sevizie o prolungando volutamente la sofferenza.
Brambilla ha quindi rivolto un appello alle autorità affinché non si risparmi alcuno sforzo nelle indagini, sottolineando come il sacrificio di Bruno rappresenti una ferita profonda per tutti coloro che credono nella giustizia e nella dignità del legame tra uomo e animale.
In attesa degli sviluppi investigativi, la comunità tarantina e quella nazionale continuano a stringersi attorno alla memoria di Bruno, simbolo di coraggio, fedeltà e servizio. La sua morte chiama ora a una risposta ferma e determinata, nel nome del rispetto della vita e della legalità.
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