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Lecce
01 Luglio 2025 - 19:54
L'ospedale Vito Fazzi di Lecce
LECCE - Aveva cercato di uccidere la compagna e la suocera a colpi di forbice, ma nella fuga era precipitato dal balcone di casa, riportando gravi ferite. Ora, per un 25enne di origine romena domiciliato a Casarano, è arrivata la misura di custodia cautelare in carcere, disposta dalla giudice per le indagini preliminari e notificata dai carabinieri della compagnia di Casarano presso l’ospedale Vito Fazzi di Lecce, dove il giovane è tuttora ricoverato.
I fatti risalgono alla notte del 13 giugno, quando la compagna, 29 anni, aveva comunicato all’uomo la volontà di chiudere definitivamente la relazione. Da mesi, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, la giovane era vittima di maltrattamenti sistematici, fatti di botte, minacce di morte, controllo ossessivo e umiliazioni continue, sia durante i periodi di convivenza in altre città italiane, sia dopo il trasferimento a Casarano, dove vivevano ospiti della madre di lei, una 53enne.
La decisione di interrompere la convivenza ha scatenato la furia dell’uomo. Invitato a lasciare la casa e a rientrare in Romania, ha reagito impugnando una forbice e aggredendo prima la suocera alle spalle, per poi colpire anche la compagna, che tentava di difenderla. Solo la prontezza di riflessi delle due donne, entrambe ferite, ha evitato l’irreparabile. Le vittime sono riuscite a fuggire e rifugiarsi presso un vicino di casa.
Durante la fuga, l’aggressore ha tentato di scavalcare il balcone dal terzo piano, precipitando nel vuoto e riportando fratture multiple. Il ricovero aveva momentaneamente sospeso le misure cautelari, ma ora, con il miglioramento delle condizioni cliniche, è scattato il provvedimento restrittivo.
Il giudice ha ritenuto sussistenti gravi indizi di colpevolezza, evidenziando la pericolosità sociale dell’indagato e il rischio concreto di recidiva. Le indagini hanno permesso di raccogliere testimonianze e fotografie che confermano un clima di terrore e violenza protrattosi per mesi. La vittima, inizialmente silenziosa per paura, ha deciso di raccontare tutto solo dopo l’aggressione, temendo per la vita propria e della madre.
L’ordinanza sottolinea come l’uomo abbia mostrato una brutalità tale da far temere possibili nuove aggressioni se rimesso in libertà. L’unica misura ritenuta adeguata è la detenzione presso il carcere di Borgo San Nicola, dove sarà trasferito una volta dimesso.
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