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Lecce
20 Giugno 2025 - 05:49
Un'aula di Tribunale
LECCE - Resterà in carcere Filippo Manni, il giovane di 21 anni accusato di aver ucciso la madre Teresa Sommario, 52 anni, nella loro abitazione di Racale, in provincia di Lecce, lo scorso 17 giugno. Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Lecce, Valeria Fedele, ha convalidato il fermo ed emesso una ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti del ragazzo, che ha ammesso le proprie responsabilità.
Durante l’interrogatorio di garanzia, durato circa un’ora, il giovane è apparso visibilmente provato. Più volte in lacrime, l’udienza è stata interrotta a più riprese. Proprio in questa circostanza, secondo quanto riferito dagli inquirenti, Filippo Manni avrebbe cominciato a prendere coscienza dell’efferatezza del suo gesto.
Ai magistrati ha raccontato quanto accaduto nella giornata del delitto. Dopo essere rientrato dal lavoro come bagnino, la madre lo avrebbe rimproverato per non averla salutata e per aver lasciato lo zaino in disordine. La donna si trovava nello studio di casa, impegnata in smart working. Secondo il verbale, il figlio avrebbe chiesto alla madre di lasciarlo in pace, ma la lite sarebbe proseguita, come accadeva spesso, per futili motivi.
Il ragazzo ha dichiarato che il loro rapporto era segnato da continui scontri verbali, legati a questioni minime come una tazza non lavata o una forchetta fuori posto. In passato, però, non si era mai arrivati alla violenza fisica. Quel giorno, però, qualcosa sarebbe scattato nella mente del ragazzo, che ha spiegato di essere salito al primo piano per recuperare un’accetta. Poco dopo è tornato al piano inferiore e ha colpito la madre più volte, ferendola in maniera letale al petto, al collo e al viso.
Dagli atti dell’indagine emerge che il giovane stava vivendo un momento di forte incertezza personale. Iscritto alla Facoltà di Economia presso l’Università La Sapienza di Roma, aveva manifestato l’intenzione di abbandonare gli studi a settembre per dedicarsi alla musica, trasferendosi in Spagna e frequentando il Conservatorio di Siviglia. Le sue aspirazioni, secondo quanto riferito dagli investigatori, sarebbero state oggetto di tensione nel rapporto con la madre.
L’inchiesta, coordinata dalla Procura di Lecce, prosegue per definire nel dettaglio la dinamica dei fatti e ricostruire il contesto familiare e psicologico in cui è maturato l’omicidio.
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