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L'ex Ilva
14 Giugno 2025 - 20:47
Adolfo Urso
"Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha definito ‘improvvide’, nel pomeriggio di giovedì 12 giugno, le dichiarazioni dell’Ufficio del Portavoce della Commissione europea sui più recenti sviluppi della vicenda delle violazioni delle normative Ue da parte dell’acciaieria ex Ilva di Taranto (ora gestita da Acciaierie d’Italia), in particolare riguardo alla mancata consultazione del pubblico e della società civile nel processo in corso per il riesame dell’Autorizzazione ambientale integrata (Aia) all’impianto".
A scriverlo è l'agenzia Askanews.
‘Per quanto riguarda le improvvide affermazioni, che ho letto sulle agenzie, dell’Ufficio del portavoce della Commissione europea, a noi sono sembrate più un intervento su commissione che una posizione della Commissione’ ha detto il ministro, lasciando intendere che potrebbe esserci una manovra contro l’Italia, a cui l’Esecutivo comunitario si presterebbe, per fare gli interessi di non si capisce bene chi, invece di perseguire l’interesse pubblico europeo.
"D’altra parte, sempre giovedì 12 giugno, in mattinata, Urso aveva rilasciato altre dichiarazioni alla stampa sull’ex Ilva, in cui aveva sottolineato che ‘le interferenze su questo dossier non nascono da oggi: vi è la precisa volontà, da tempo, di impedire la produzione siderurgica’ in Italia. E aveva aggiunto: ‘Appare chiaro a tutti che nell’attuale contesto, in cui l’Europa deve affrontare le tematiche della sicurezza e della difesa, occorre essere tutti responsabili e consapevoli ed evitare interferenze, magari su commissione, di chi auspica la chiusura dello stabilimento di Taranto’" si legge sul sito di Askanews.
Scrive ancora l'agenzia: "A chi chiedeva di replicare a queste critiche, venerdì 13 giugno la portavoce capo della Commissione, Paula Pinho, si è limitata a rispondere: ‘Non commenterò i commenti del ministro’ italiano". L'articolo è firmato da Lorenzo Consoli e Alberto Ferrarese.
Continuano i due giornalisti: "Le affermazioni giudicate ‘improvvide’ da Urso sono in particolare quelle che la Commissione europea aveva dato a una nostra domanda, durante il briefing quotidiano per la stampa dell’11 giugno, a Bruxelles. ‘La Direttiva sulle emissioni industriali – aveva sottolineato dal podio il portavoce per l’Ambiente della Commissione, Maciej Berestecki – garantisce al pubblico il diritto di partecipare al processo decisionale e di essere informato sulle sue conseguenze. Le autorità competenti degli Stati membri devono inoltre rendere disponibili le informazioni anche online’. ‘Inoltre – aveva aggiunto il portavoce -, ricordiamo che la Commissione ha avviato una procedura di infrazione contro l’Italia in merito alla conformità dell’acciaieria ex Ilva alla Direttiva sulle emissioni industriali. Nell’ambito di questa procedura pendente, il 7 maggio 2025 è stata inviata all’Italia un’ulteriore lettera di costituzione in mora, e stiamo seguendo da vicino il caso’.
Rispondendo per iscritto alle domande di Askanews, sempre l’11 giugno, l’Ufficio del portavoce ha poi precisato che la nuova messa in mora del 7 maggio 2025 riguarda ‘il mancato recepimento della Direttiva sulle emissioni industriali e il mancato rispetto di alcune disposizioni di questa direttiva per quanto riguarda l’acciaieria di Taranto. A seguito di questa ulteriore lettera, le autorità italiane hanno ora due mesi di tempo per rispondere alla Commissione. In assenza di una risposta soddisfacente – ha avvertito il portavoce -, la Commissione potrà decidere di emettere un parere motivato’.
‘Le autorità italiane – ha sottolineato il portavoce nella sua risposta per iscritto – devono intervenire. L’Italia deve conformare la propria legislazione alla Direttiva sulle emissioni industriali. Deve inoltre porre rimedio alle carenze dell’autorizzazione rilasciata ad Acciaierie d’Italia’ per l’impianto di Taranto. ‘E deve garantire con urgenza che l’acciaieria sia gestita in conformità alle disposizioni di questa direttiva’.
‘Negli ultimi anni – ha ricordato ancora il portavoce -, la Commissione ha seguito da vicino l’attuazione del piano ambientale da parte delle autorità italiane. Tale piano doveva essere attuato entro agosto 2023 per ristabilire la conformità (alla direttiva ndr). La Commissione ha intrattenuto un intenso dialogo con le autorità italiane per garantire che i problemi rimanenti fossero risolti. Tuttavia, ad oggi il piano ambientale non è stato pienamente attuato’".
Questo quanto riportato da Askanews.
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