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Lecce
11 Giugno 2025 - 12:00
Alessandro Delli Noci
LECCE – È durato meno di 60 minuti l’interrogatorio di garanzia dell’assessore regionale allo Sviluppo Economico, Alessandro Delli Noci, finito sotto inchiesta nell’ambito di un’indagine della Procura salentina su presunti illeciti legati alla gestione di fondi pubblici. Davanti al giudice per le indagini preliminari Angelo Zizzari, il politico avrebbe risposto alle domande, assistito dai suoi legali Giuseppe Fornari e Luigi Covella. Nessuna dichiarazione è stata rilasciata all’uscita da Palazzo di giustizia.
Finito l'interrogatorio ha formalizzato le sue dimissioni da assessore allo Sviluppo Economico e da consigliere regionale della Puglia. Un gesto che oltre ad avere una valenza politica ha anche radici giudiziarie: le dimissioni da tutti gli incarichi, infatti, elimina due delle cause possibili della detenzione preventiva. Vongono meno, cioè, sia la possibilità di inquinare le prove che la l'eventuale reiterazione del reato. A questo punto resta in piedi per i magistrati solo la valutazione circa la eventuale fuga dell'indagato. Se ne saprà di più nei prossimi giorni, al termine delle valutazioni che spettano al Gip dopo gli interrogatori di tutte le persone coinvolte.
Qualche ora più tardi arriva anche la conferma dalla Regione: il presidente Michele Emiliano ha accolto le dimissioni presentate in data odierna dall’assessore Alessandro Delli Noci e pertanto ha assunto, con proprio decreto, le deleghe assessoriali in “Sviluppo economico, Competitività, Attività economiche e consumatori, Politiche Internazionali e commercio estero, Energia, Reti e infrastrutture materiali per lo sviluppo, Ricerca industriale e innovazione, Politiche giovanili” e in “Programmazione dei Fondi di Sviluppo e Coesione ed Europei”. Le suddette deleghe resteranno assegnate in capo al presidente della Giunta.
Tornando, invece all’indagine, coordinata dai pubblici ministeri Alessandro Prontera e Massimiliano Carducci, la vicenda riguarda un presunto sistema corruttivo che, secondo l'accusa, avrebbe favorito un gruppo di imprenditori locali nella concessione di finanziamenti pubblici, in cambio di sostegno elettorale. Al centro dello scandalo vi sarebbe un presunto patto tra affari e politica, con fondi indirizzati in particolare verso strutture turistico-ricettive di lusso nel Salento.
Sono 11 le persone per cui la Procura ha chiesto misure cautelari personali, tra cui 10 richieste di arresti domiciliari, una delle quali riguarda proprio Delli Noci. Per Alfredo Barone, imprenditore considerato dagli investigatori il promotore dell’associazione per delinquere, è stato invece chiesto il carcere. Secondo l’ipotesi accusatoria, Barone avrebbe fatto da regista di un sistema capace di condizionare decisioni amministrative e politiche, manipolando l’erogazione dei fondi.
Il fascicolo, che coinvolge 30 indagati in totale, ipotizza a vario titolo i reati di associazione per delinquere, corruzione, truffa ai danni di enti pubblici, riciclaggio e autoriciclaggio. I primi interrogatori si sono svolti nella giornata di oggi, mentre si attende l’evolversi delle posizioni giudiziarie dei singoli soggetti coinvolti.
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