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Lavoro

Taranto, il ritorno nei campi e lo spettro dello sfruttamento

Mentre le fabbriche si svuotano aumentano le giornate lavorative in agricoltura, ma questo non è sinonimo di lavoro di qualità. Sit in della Flai Cgil

Agricoltura

Lavoro in agricoltura

Negli anni '60 l'industrializzazione e il posto fisso in fabbrica contribuirono a svuotare le campagne di Taranto e dintorni. La crisi dell'industria pesante e la precarietà di questi anni, potrebbero aver innescato un processo inverso con un progressivo ritorno al lavoro nei campi.

Una tendenza confortata da un dato: nel 2023 nel capoluogo ionico sono state censite 177.380 giornate lavorative in agricoltura; nel 2024 sono state 218.956 con un incremento di 41.576 giornate.

"Purtroppo l'aumento delle giornate di lavoro non è sinonimo di lavoro di qualità – afferma Lucia La Penna, segretaria generale della Flai Cgil di Taranto - Al di la dei numeri, il settore agricolo nella nostra provincia presenta ampie sacche di sfruttamento, un modello di lavoro precario e spesso privo di tutele, nel quale sono presenti infortuni anche mortali e forme di caporalato".

La Flai Cgil di Taranto chiama la categoria alla mobilitazione per ripristinare legalità, diritti, dignità del lavoro. Un primo momento di protesta è in programma lunedì 26 maggio con un sit in sotto la Prefettura di Taranto, dalle ore 10 alle 12. "Avvertiamo l'urgenza di rilanciare alcune battaglie – prosegue La Penna – siamo all'inizio della grande stagione del taglio dell'uva che coinvolge un gran numero di lavoratrici e lavoratori e proprio per questo abbiamo bisogno di capire quali iniziative si possono mettere in campo per il controllo delle strade e dei posti di lavoro. In tal senso chiederemo un incontro con il prefetto di Taranto, con la partecipazione del segretario generale della Cgil ionica Giovanni D'Arcangelo, per la costituzione di un tavolo istituzionale per il contrasto allo sfruttamento e all'illegalità mediante percorsi condivisi tra istituzioni, parti sociali e datoriali".

I numeri del settore 

Il settore agricolo in provincia di Taranto conta circa 25mila lavoratrici e lavoratori di cui oltre 6mila sono stranieri regolari. Agli addetti regolari va aggiunto il sommerso che sfugge a statistiche e controlli. "Attraverso la mobilitazione del 26 maggio – spiega la segretaria della Flai – è importante anche accendere i riflettori sul Referendum sulla cittadinanza che consideriamo un ulteriore strumento di contrasto allo sfruttamento dei lavoratori stranieri. Chiediamo, infine, il pieno rispetto della legge 199 del 2016, meglio nota come legge contro il caporalato, attraverso la ripresa dell'attività della Sezione Territoriale e della Rete del lavoro agricolo di qualità, ferme da diversi mesi".

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