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L'ex Ilva

"Acciaierie d'Italia, allarmi ignorati. Ora basta alibi"

Le parole dell'arcivescovo di Taranto, monsignor Ciro Miniero. "Vicini ai lavoratori in cassa integrazione"

L'ex Ilva

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"Questa crisi non giunge inaspettata; sono stati ignorati gli allarmi che pure venivano da più fronti. Questo è il tempo di guardare alla realtà senza alibi; siamo davanti a una svolta epocale: va affrontata mettendo la persona umana prima degli interessi e del profitto".

All'agenzia Sir - Servizio Informazione Religiosa l'arcivescovo di Taranto, monsignor Ciro Miniero, ha fatto sentire la voce della Chiesa in merito alla nuova, grave crisi vissuta dallo stabilimento siderurgico ex Ilva, oggi Acciaierie d'Italia, del capoluogo ionico.

Ciro Miniero

Il presule ha espresso vicinanza agli oltre 3.500 lavoratori della fabbrica tarantina in cassa integrazione dopo lo stop all'Altoforno 1. "Non li dimentichiamo. Sarebbe impossibile, per loro, affrontare un imprevisto, una malattia. Sono lavoratori che si vanno ad aggiungere a quelli che già vivono da anni questa situazione, quelli alle dirette dipendenze del siderurgico a cui si affiancano gli imprenditori delle piccole e medie imprese dell’indotto e i loro dipendenti”.

Urso e gli effetti sull'occupazione del caso Afo/1

“Metà produzione significa metà occupati rispetto a quanto programmato”: così Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, in merito agli effetti dello stop di Afo/1 dopo l'incendio del 7 maggio scorso.

Adolfo Urso

A margine dell’evento Investopia tenutosi a Milano, Urso ha voluto evidenziare come “essendosi fermato un altoforno e non potendo ripartire con la produzione, avremo una produzione dimezzata rispetto a quanto era stata pianificata e concordata anche con i sindacati”.

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