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Corsa al Palazzo, tutti i nomi in campo

Le possibili candidature alla carica di sindaco dopo il defenestramento di Melucci. Folla di opzioni sia nel centrodestra che nel centrosinistra

Il Palazzo di Città di Taranto il 25 aprile 2020

Il Palazzo di Città di Taranto

Un'esplosione di nomi. Subito dopo il defenestramento di Rinaldo Melucci si è aperta la “caccia” al candidato sindaco. Le ambizioni sono molte, gli spazi ristretti, il tempo a disposizione pochissimo, visto che si andrà a votare quasi certamente l’11 maggio e che le liste devono essere consegnate al massimo trenta giorni prima, vale a dire l’11 aprile.

Sarà dunque una campagna elettorale piuttosto breve anche se, presumibilmente, piuttosto intensa. Al momento non sono chiari neppure i confini delle coalizioni. Dove andranno a collocarsi, infatti, i sostenitori di Melucci rimasti orfani del loro sindaco e che a sinistra, almeno fino ad oggi, hanno la strada sbarrata soprattutto da parte del Pd?

Proprio il centrosinistra è il campo più affollato e più ricco di variabili. Cominciamo dal maggior partito di coalizione. Da tempo è in corsa l’ex assessore Mattia Giorno, ma della partita potrebbe essere Francesca Viggiano, altra ex della giunta Melucci. Per entrambi - ma il ragionamento potrebbe allargarsi ad altre possibili candidature - ci sarebbero però da superare le perplessità di chi preferirebbe profili non legati all’essere stati “ex” assessori del sindaco mandato a casa per la seconda volta di seguito. Sebbene sia Giorno che Viggiano - in linea con il loro partito – dopo la rottura tra Melucci e Pd sono stati fieri oppositori del sindaco oggi decaduto. In gioco sono anche i due consiglieri regionali: Enzo D Gregorio e Lucio Lonoce, tutti e due accreditati di robusto consenso elettorale personale. In ogni caso si tratta di scelte che andranno a incrociarsi con le dinamiche delle elezioni regionali che si terranno in autunno.

Non è detto, però, che il candidato debba essere necessariamente di estrazione Pd. L’area “Con”, che fa riferimento al presidente della Regione, Michele Emiliano, sembra piuttosto agguerrita. In questo caso il nome più accreditato è quello di Piero Bitetti: se supererà indenne l’ostacolo del 3 marzo (sentenza del processo sui presunti rimborsi non dovuti) allora la sua candidatura sarebbe pienamente in campo. Ma in quota Con ci sono altre importanti possibilità. Tra i nomi che circolano ci sono quelli di Giorgia Gira, già presidente dell’Amat, e del commercialista Francesco Falcone, coordinatore di Con per Taranto, oltre che dell’avvocato Fedele Moretti, già Presidente dell’Ordine degli Avvocati. Sempre nell’area del centrosinistra, un nome papabile è quello di Gianni Liviano, oggi referente di Demos, il quale, però, potrebbe essere più interessato alla corsa verso il consiglio regionale. Il nome su cui puntare potrebbe allora essere quello di Cosimo Nume, già presidente dell’Ordine dei Medici e da lungo tempo politicamente vicino a Liviano.

Ma, come ad ogni tornata elettorale, incombe anche questa volta il nome di Michele Pelillo. Entrato in rotta di collisione con Melucci dopo l’imbarazzante vicenda Campbell, Pelillo si è poi dimesso dal consiglio direttivo del Comitato Organizzatore dei Giochi del Mediterraneo, nel quale era stato nominato in quota Comune. Un segnale, secondo alcune chiavi di lettura, della presa di distanza da Melucci.

Attenzione, però, a non trascurare il versante Cinquestelle: il senatore Mario Turco non è opzione da trascurare e potrebbe entrare in gioco proprio nell’incastro delle alleanze regionali.

Gli outsider non mancano e sono almeno due: il dirigente del Dipartimento di Prevenzione della Asl, Michele Conversano, e l’attuale presidente del Ctp, Francesco Tacente. Bisogna chiarire che entrambi vengono accostati sia al centrosinistra che al centrodestra. Sul primo, Conversano, ci sarebbe il gradimento di Emiliano. Per quanto riguarda il secondo, Tacente, potrebbe anche capeggiare una sorta di terzo polo con forze centriste: un contenitore nel quale potrebbero convergere coloro i quali sono oggi nel limbo, ad esempio l’area Melucci che ha aderito a “Io c’entro”, movimento organizzato da Costanzo Carrieri e al quale lo stesso Tacente ha aderito. Ma in quella stessa area ci sono da considerare le quotazioni del vicesindaco uscente Gianni Azzaro. Stesso contenitore di appartenenza di Cosimo Ciraci, assessore uscente ai lavori pubblici, personalità dalla storia politica tutta a destra, poi schieratosi con il centrosinistra che ha rieletto Melucci e del quale è stato considerato una sorta di eminenza grigia. In queste ore è accreditato di un avvicinamento alla Lega. Staremo a vedere come andrà a finire.

E Massimiliano Stellato? A lungo considerato ago della bilancia, venerdì scorso si è presentato all’ufficio protocollo di via Plinio dopo che le diciassette dimissioni che hanno prodotto la caduta dell’amministrazione erano già state protocollate. Questa volta è stato il diciottesimo non determinante. Ha già annunciato di essere in corsa sia al Comune che alla Regione. Da solo o in coalizione? Ed eventualmente con chi? Un rebus che sarà sciolto nelle prossime settimane.

Della maggioranza uscente sarà in campo anche Giuseppe Fiusco. Difficile tuttavia che in così poco tempo possa riuscire a mettere in piedi le liste necessarie ad una sua autonoma candidatura a sindaco. Secondo alcune indiscrezioni starebbe cercando di aprire un dialogo con alcune forze del centrodestra. Anche in questo caso, saranno le prossime settimane a dire quale sarà la sua collocazione.

Di area civica la coalizione Adesso, per la quale ha già annunciato la candidatura a sindaco Mirko Di Bello.

Meno affollato appare il campo del centrodestra propriamente detto. Il nodo da sciogliere è se puntare su una figura di partito, che abbia dunque una chiara riconoscibilità politica, o se privilegiare profili non necessariamente di estrazione partitica. Nel primo caso Fratelli d’Italia potrebbe giocarsi la carta del consigliere regionale Renato Perrini o del confermato coordinatore cittadino Gianluca Mongelli. Ma anche Forza Italia avrebbe autorevoli proposte da portare al tavolo degli alleati: in questo caso la scelta ricadrebbe sul consigliere regionale e consigliere comunale uscente Massimiliano Di Cuia.

Come detto, anche nel centrodestra, comunque, rimbalzano i nomi di Conversano e Tacente. Non è da escludere l’apertura di un dialogo con i civici rimasti nel limbo dopo la caduta di Melucci. Candidatura più ad effetto sarebbe quella del presidente della Camera di Commercio, Vincenzo Cesareo, il quale, però, avrebbe già declinato l’invito. Nell’ambito del mondo associativo imprenditoriale, una possibile candidatura potrebbe essere quella di Luca Lazzaro, presidente regionale di Confagricoltura.

Come si può dunque intuire, su tutti i versanti domina una certa fluidità legata spesso all’intreccio delle dinamiche tra elezioni comunali e regionali. Ci vorranno alcune settimane prima che il quadro complessivo cominci ad avere una sua fisionomia delineata e, come ad ogni tornata elettorale, questa non farà eccezione con i professionisti fiutatori del vento che decideranno solo all’ultimo istante su quale carro imbarcarsi.

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