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Grottaglie

Vertenza Leonardo, i sindacati chiamano le Istituzioni: «Non si può aspettare»

La richiesta di un consiglio comunale monotematico avanzata da Fim, Fiom e Uilm

Una protesta dei sindacati

Una protesta dei sindacati

La «convocazione urgente di un Consiglio Comunale monotematico, per discutere della vertenza Leonardo Grottaglie alla presenza dei Rappresentanti delle istituzioni del territorio, Regionali e Nazionali, espressione di ogni forza politica prima della presentazione del nuovo piano industriale da parte dell'amministratore delegato Cingolani, prevista per la prima decade del mese di marzo. E' quanto chiedono Fim, Fiom e Uilm all'amministrazione grottagliese, «invitando le Istituzioni e la comunità del territorio ad unirsi alle manifestazioni di protesta previste».

Coinvolti 1.500 lavoratori

Lo stabilimento Leonardo Grottaglie-Monteiasi è parte integrante della Divisione Aerostrutture, insieme ai siti produttivi di Foggia, Nola e Pomigliano D’Arco. Lo stabilimento grottagliese occupa circa 1200 lavoratori diretti e circa 300 lavoratori dell’indotto, per la produzione delle fusoliere sezione 46 e sezione 44 del Boeing 787 Dreamliner. «Dal 2020, dapprima a causa degli effetti della pandemia e della crisi del settore dell’aeronautica civile, contrazione dei mercati e riduzione dei voli e successivamente per le problematiche legate all’unico cliente Boeing, nello stabilimento persiste in modo preoccupante un importante rallentamento produttivo. Il rateo produttivo è passato infatti dalle 14 coppie di fusoliere/mese nel 2019 all’attuale rateo produttivo di 2,5 fusoliere/mese» ricordano le sigle metalmeccaniche.

Lo stabilimento Leonardo di Grottaglie

La crisi di Boeing

Fim, Fiom e Uilm evidenziano anche come «gli incidenti mortali che hanno visto il coinvolgimento del velivolo Boeing 737 Max, hanno obbligato Boeing ad investire ingenti somme di denaro nella risoluzione dei problemi strutturali e di sistema riscontrati, generando ritardi anche sul programma B787, oltre che un deficit di bilancio enorme per il colosso dell’aeronautica americano. Ad aggravare la situazione, si sono aggiunti anche problemi di qualità del B787, tali da porre sotto probation lo stabilimento della linea finale di Charleston negli Stati Uniti da parte della FAA (Federal Aviation Administration) che hanno ridotto in modo notevole i volumi produttivi generando tra l’altro notevoli ritardi di consegna alle diverse avio linee che hanno acquistato negli anni il velivolo.

Le manifestazioni di protesta

E' dal 2018 che i sindacati «sostengono con forza la necessità di diversificare la produzione dello stabilimento con programmi aeronautici che possano affiancare la produzione del B787, ma ad oggi da parte aziendale abbiamo assistito solo e soltanto a flebili dichiarazioni di intenti mai supportate dai fatti» scrivono ancora i sindacati nella richiesta di un consiglio comunale monotematico a Grottaglie ribadendo come «rendere il sito una realtà multi divisionale a seguito delle intese che prevedono i nuovi insediamenti della Divisione Elettronica e della Divisione Elicotteri nonché con le attività previste per progetti (Vertical e Proteus) e per il programma del drone europeo Euromale possono essere considerati unicamente una base di partenza per attuare la reale nonché fattiva diversificazione produttiva e dare stabilità e prospettive certe ai lavoratori del sito di Grottaglie».

«Alle importanti difficoltà produttive» aggiungono «negli ultimi mesi si sono aggiunte le fibrillazioni scaturite dalle dichiarazioni alla stampa ed agli investitori, da parte dell’ad Cingolani, riguardanti un ipotetico scorporo della Divisone Aerostrutture dal gruppo Leonardo. Dichiarazioni smentite e tramutate nella volontà di rilancio della divisione con la ricerca di nuovi partner industriali, a seguito di uno sciopero nazionale di Fim, Fiom e Uilm che ha coinvolto i lavoratori dell’intera Divisione».

Per l'ex sindaco Raffaele Bagnardi "il consiglio comunale monotematico dovrà avere quattro obiettivi urgenti e immediati da raggiungere e cioè: rimuovere il pericolo di delocalizzazione o di licenziamento del personale storico e degli occupati nell'indotto; valorizzare; gli interventi di formazione e di addestramento svolti per l'upskilling del personale; evitare la drastica riduzione e la perdita delle imprese fornitrici; scongiurare qualsiasi ipotesi di scorporo e/o privatizzazione attraverso cessioni e vendite.

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