Cerca
Il fatto
18 Dicembre 2025 - 06:58
I carabinieri che hanno condotto il blitz Argan
TARANTO - È scattata alle prime ore del 18 dicembre l’operazione Argan, condotta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando provinciale di Taranto, che hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Lecce, su richiesta della Procura distrettuale della Repubblica di Lecce, in coordinamento con la Procura di Taranto.
Il procedimento penale riguarda 11 indagati, ritenuti gravemente indiziati, a vario titolo, di una serie di reati che comprendono estorsione pluriaggravata, incendio pluriaggravato, intralcio alla giustizia, porto di armi da fuoco e munizioni, evasione continuata ed esercizio abusivo della professione, tutti contestati con l’aggravante del metodo mafioso. I quattro arrestati sono: il 54enne Anselmo Venere, il 34enne Nicola Casucci, il 58enne Emidio Galeandro e il 69enne Gennaro Migliorini.
Contestualmente alle misure di custodia cautelare, il pubblico ministero procedente ha disposto anche l’esecuzione di perquisizioni delegate, finalizzate alla ricerca di armi e di elementi utili alle indagini.
E proprio nel corso delle operazioni sono state ritrovate alcune armi nella disponibilità di uno degli indagati. Si tratta di 4 pistole e due fucili, con relativo munizionamento.
L’operazione rappresenta l’esito di una complessa attività investigativa avviata nell’ottobre 2023 e conclusa nel settembre 2025, sviluppata attraverso servizi di osservazione, intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche, pedinamenti elettronici mediante dispositivi GPS e riprese video. Un lavoro investigativo articolato che ha consentito di raccogliere un solido quadro indiziario in relazione a numerosi episodi estorsivi ai danni di imprenditori della provincia di Taranto, costretti a consegnare somme di denaro anche con cadenza periodica.
Secondo quanto ricostruito, le richieste di denaro erano quasi sempre precedute da atti intimidatori, in particolare incendi dolosi di autovetture riconducibili alle vittime. Le indagini hanno evidenziato come tali azioni fossero tutt’altro che improvvisate. Prima di colpire, gli indagati avrebbero effettuato accurati sopralluoghi nei pressi delle abitazioni e dei luoghi frequentati dagli imprenditori, studiandone le abitudini, verificando la presenza di sistemi di videosorveglianza e individuando il momento più favorevole per agire, così da aumentare l’efficacia intimidatoria e ridurre il rischio di essere identificati.
Le vittime individuate dagli investigatori operavano in diversi settori economici, tra cui quello ricettivo, con riferimento a lidi balneari e strutture alberghiere della fascia costiera, oltre a numerose attività commerciali diffuse sul territorio.
Nel corso delle indagini è emerso anche che il gruppo criminale si sarebbe procurato armi da fuoco, utilizzate per alcune delle condotte contestate. In questo contesto si inserisce un episodio ritenuto particolarmente significativo, nel quale uno degli indagati avrebbe esploso colpi di pistola dopo un banale incidente stradale, con il solo scopo di intimidire l’altro automobilista e dissuaderlo dal contattare le forze dell’ordine.
Figura centrale dell’intero impianto accusatorio è un 54enne, già gravato da precedenti penali per omicidio, traffico di stupefacenti e associazione finalizzata alle estorsioni. Nonostante fosse inizialmente detenuto in carcere e successivamente sottoposto agli arresti domiciliari, l’uomo avrebbe continuato a dirigere e coordinare le attività illecite, mantenendo contatti costanti con l’esterno attraverso una rete di collaboratori fidati. In alcune conversazioni intercettate, le vittime manifestavano un evidente stato di soggezione, arrivando a definirlo «un uomo d’onore».
L’attività investigativa ha inoltre permesso di documentare condotte finalizzate all’intralcio della giustizia. Il 54enne era stato arrestato nel novembre 2023 in esecuzione di un’ordinanza del Gip del Tribunale di Taranto, poiché ritenuto responsabile di un’estorsione nei confronti di un imprenditore, al quale sarebbe stato imposto di licenziare un dipendente sotto minaccia di gravi ritorsioni. Prima dell’avvio del processo, la vittima sarebbe stata avvicinata e intimidita per impedirle di costituirsi parte civile. Le pressioni avrebbero coinvolto anche testimoni, uno dei quali, visibilmente impaurito, avrebbe chiesto allo stesso indagato indicazioni su cosa dichiarare in aula.
Tra i capi di imputazione figura anche l’esercizio abusivo della professione forense, contestato a una 35enne di Pulsano. La donna, pur priva di abilitazione, si sarebbe presentata come avvocato del Foro di Taranto, assumendo il ruolo di difensore di fiducia di uno degli indagati. In tale veste avrebbe avuto accesso anche all’Istituto penitenziario di Lecce, dove il 54enne era detenuto, per veicolare all’esterno comunicazioni e disposizioni sotto forma di pizzini, eludendo i controlli.
Le indagini hanno infine accertato che l’attività criminale non si sarebbe mai interrotta, neppure durante i periodi di detenzione dell’uomo. Un ruolo rilevante sarebbe stato svolto dalla compagna del 54enne, incaricata di organizzare incontri con le vittime in luoghi pubblici e apparentemente insospettabili, utilizzando un linguaggio criptico. In alcune intercettazioni, gli indagati definivano «persone educate» gli imprenditori che accettavano di pagare le somme richieste.
Il clima di assoggettamento e omertà emerge anche da episodi emblematici, come quello di un imprenditore che, dopo l’incendio della propria auto, avrebbe riferito ai Vigili del Fuoco di un inesistente guasto meccanico, o dalle parole di un imprenditore edile intercettato mentre confidava a un conoscente il proprio stato di esasperazione, affermando «questi mi stanno togliendo la vita».
È stato inoltre accertato che il 54enne avrebbe simulato uno stato di invalidità sia durante la detenzione in carcere sia ai domiciliari, vantandosi con la compagna delle proprie capacità attoriali per ottenere benefici penitenziari. In alcune conversazioni intercettate, l’uomo arrivava a ironizzare sulla propria condotta, mentre la donna lo definiva un «attore nato». Nonostante le restrizioni, l’indagato avrebbe ricevuto nella propria abitazione numerose persone non autorizzate, tra cui complici e vittime delle estorsioni.
L’operazione è stata eseguita con il supporto dei militari delle Compagnie Carabinieri di Taranto, Martina Franca, Manduria e Castellaneta, del 6° Nucleo elicotteri di Bari, dello Squadrone Eliportato Cacciatori Puglia, delle Aliquote di Primo Intervento della Compagnia Carabinieri di Brindisi e di 3 unità cinofile del Nucleo di Modugno specializzate nella ricerca di armi e sostanze stupefacenti.
Dopo l’esecuzione delle misure cautelari, con il trasporto di 4 arrestati negli istituti penitenziari di Taranto, Lecce e Bari, sono previsti gli interrogatori di garanzia.
Testata: Buonasera
ISSN: 2531-4661 (Sito web)
Registrazione: n.7/2012 Tribunale di Taranto
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Piazza Giovanni XXIII 13 | 74123 | Taranto
Telefono: (+39)0996960416
Email: redazione.taranto@buonasera24.it
Pubblicità : pubblicita@buonasera24.it
Editore: SPARTA Società Cooperativa
Via Parini 51 | 74023 | Grottaglie (TA)
Iva: 03024870739
Presidente CdA Sparta: CLAUDIO SIGNORILE
Direttore responsabile: FRANCESCO ROSSI
Presidente Comitato Editoriale: DIEGO RANA