TARANTO – Massimo Ferrarese respinge con decisione il ruolo di capro espiatorio nella vicenda legata ai Giochi del Mediterraneo, in programma ad agosto 2026 a Taranto. Le dichiarazioni del presidente del Comitato internazionale Davide Tizzano, che davanti al Coni ha parlato di ritardi diffusi e di un evento a rischio nei tempi previsti, hanno provocato una reazione netta da parte del commissario incaricato dell’organizzazione.
Ferrarese contesta la ricostruzione fornita dal vertice internazionale e chiarisce che le opere infrastrutturali procedono secondo il cronoprogramma, non solo nel capoluogo ionico ma anche nelle altre province coinvolte. Un lavoro, sottolinea, concentrato in poco più di 2 anni, a fronte di interventi che avrebbero richiesto tempi ben più lunghi.
Secondo il commissario, fino a pochi mesi fa la situazione era valutata positivamente dallo stesso Comitato internazionale. Ferrarese ricorda che il 21 agosto, lo stesso Tizzano aveva espresso apprezzamento per l’andamento dei cantieri e per il recupero dei tempi. Da allora, evidenzia, non ci sarebbero stati ulteriori sopralluoghi né verifiche da parte degli organismi internazionali.
Il vero nodo, secondo Ferrarese, non riguarda i cantieri, ma una serie di servizi tecnologici e organizzativi fondamentali per l’evento, come broadcasting, antidoping e altre forniture ad alto contenuto economico. Servizi che valgono oltre 11 milioni di euro e che, sostiene il commissario, il Comitato internazionale avrebbe chiesto di affidare direttamente a società indicate dallo stesso organismo, senza procedure di gara, in contrasto con le norme che regolano l’utilizzo di risorse pubbliche.
Ferrarese spiega che il Comitato organizzatore aveva chiesto almeno una valutazione preventiva di congruità dei costi, passaggio indispensabile per operare nel rispetto della legge. Una possibilità che, afferma, non sarebbe mai stata concessa, causando uno stallo durato circa 6 mesi. Un ritardo che il commissario attribuisce apertamente al mancato rispetto delle procedure di trasparenza.
Da qui la proposta rivolta al Comitato internazionale: chiedere un parere congiunto alla Corte dei Conti, autorità competente sul controllo dei fondi pubblici. Ferrarese afferma che, qualora la magistratura contabile dovesse ritenere legittimo l’affidamento diretto di 11,6 milioni di euro per servizi non ancora dettagliati, sarebbe disposto a farsi da parte e ad assumersi la responsabilità del tempo perso.
Al contrario, qualora la Corte dei Conti dovesse confermare la correttezza dell’operato del Comitato organizzatore, Ferrarese ritiene che il Comitato internazionale dovrebbe assumersi la responsabilità dei ritardi e chiedere scusa non solo agli organizzatori locali, ma anche ai cittadini, per il tempo che rischia di compromettere il pieno raggiungimento degli obiettivi legati ai Giochi del Mediterraneo.
Una presa di posizione che sposta il confronto dal piano delle accuse generiche a quello della legittimità amministrativa, chiamando ora gli organismi di controllo a dirimere una controversia che resta centrale per il futuro dell’evento sportivo internazionale.
Edicola digitale
Abbonati