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Il caso

Corsa americana per salvare il Taranto

Altre indiscrezioni sul nuovo gruppo interessato a rilevare la società rossoblù e a salvarla dalla radiazione

I tifosi rossoblu

I tifosi rossoblu

La trattativa c’è. Ma per salvare il Taranto c’è bisogno di una spericolata corsa contro il tempo. Salvarlo non dalla retrocessione, quella ormai è impresa più che disperata, ma dalla sua umiliante scomparsa dalla geografia calcistica.

Le voci relative ad un nuovo gruppo straniero interessato ad acquisire la società rossoblù hanno trovato ulteriore vigore. Si tratterebbe di un gruppo americano i cui sguardi sono rivolti al Taranto grazie anche all’attenzione che sul capoluogo ionico stanno suscitando i Giochi del Mediterraneo. In particolare, è il nuovo stadio che si sta rivelando attrattore di attenzioni e, quindi, di possibili investimenti. Se qualcuno rileverà il Taranto lo vorrà fare gestendo anche lo stadio. Il business è business.

Del resto, lo stesso commissario straordinario per i Giochi, Massimo Ferrarese, contattato dal nostro giornale, aveva confermato l’interesse che si sta formando intorno a quello che dovrebbe essere il nuovo tempio del calcio ionico. Un effetto - aveva affermato Ferrarese - degli ingenti investimenti del governo per i Giochi del 2026 e, in particolare, per la sua opera principale: lo stadio di calcio, appunto. Lo “Iacovone” oggi è un cantiere. Un cantiere da 60 milioni di euro. Dovrebbe essere pronto, rimesso completamente a nuovo, proprio in occasione della manifestazione sportiva prevista dal 21 agosto al 3 settembre del 2026.

Ecco allora l’affacciarsi sulle rive dello Jonio di questa cordata americana. L’auspicio è che si tratti di un sodalizio meno fantomatico della Apex rappresentata da Mark Campbell e che abbia, quindi, robuste basi finanziare e solide idee progettuali. Il disimpegno della Apex, la feroce risposta di Massimo Giove e la pressoché scontata guerra di carte bollate, sono ferite troppo profonde perché tifoseria e città possano accettare altri colpi bassi. Senza dire della nebulosa trattativa con il famigerato bonifico eseguito «da soggetti terzi» la cui identità ad oggi resta misteriosamente ignota. Per i colori rossoblù una beffa senza precedenti, se si considera la sconsiderata gran cassa comunale, le cene a favore di telecamera, le abbondanti sorseggiate di birra. Tutto molto umiliante. Adesso, però, ci sarebbe appunto questo nuovo gruppo che, come riportato lunedì 3 febbraio dal nostro giornale, avrebbe già avviato contatti con Giove e con il commissario Ferrarese: un occhio alla società rossoblù e uno al nuovo stadio. Se si tratta di approcci seri saranno i prossimi giorni a dirlo. Perché questa trattativa, per avere concretezza, deve viaggiare alla velocità della luce. Se entro il 16 febbraio, infatti, non saranno pagati gli stipendi ai calciatori, il Taranto rischia l’esclusione dal campionato con la prospettiva della radiazione. Ecco perché questa trattativa, se fondata su presupposti credibili, deve decollare  e concludersi nel giro di pochi giorni. È l’unico modo per salvare il calcio a Taranto e per evitare che il nuovo “Iacovone” sia una bella ma triste cattedrale nel deserto.

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