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Bari

Massacrato con decine di coltellate, ferito anche l'assassino

L’autopsia conferma la brutalità dell’aggressione. Indagini in corso su tracce di sangue e telecamere di sicurezza

Carabinieri

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BARI - Francesco Dogna, 63 anni, è stato ucciso con decine di fendenti (addirittura una settantina, secondo alcune indiscrezioni) all’interno della sua abitazione nel quartiere di Santo Spirito, sulla costa a nord di Bari. A confermare la violenza dell’aggressione è stato l’esame autoptico, eseguito dal medico legale Davide Ferorelli presso l’Istituto di Medicina Legale del Policlinico di Bari.

L’autopsia, durata oltre otto ore, ha evidenziato la ferocia del delitto. La relazione completa verrà consegnata alla Procura entro novanta giorni, il tempo necessario per eseguire ulteriori analisi, tra cui esami tossicologici e istologici. Nel frattempo, la salma è stata restituita alla famiglia, che non ha nominato consulenti di parte.

La scena del crimine e le prime ipotesi

L’indagine, condotta dai carabinieri sotto il coordinamento della pm Carla Spagnuolo, si concentra sulle numerose tracce di sangue ritrovate lungo le scale della palazzina e sulla strada. Gli inquirenti ipotizzano che possano appartenere all’assassino, forse ferito durante l’aggressione e fuggito lasciando dietro di sé indizi preziosi. L’arma del delitto, probabilmente un coltello, non è stata ancora rinvenuta.

Gli investigatori puntano anche sulle immagini delle telecamere di sorveglianza della zona, che potrebbero aver ripreso il killer sia mentre entrava nell’abitazione di Dogna, in via Torino 14 a Santo Spirito, quartiere a nord di Bari, sia durante la fuga.

Un delitto senza segni di effrazione

Un dettaglio significativo è l’assenza di segni di scasso sulla porta d’ingresso. Questo elemento fa pensare che la vittima conoscesse il suo assassino e gli abbia aperto volontariamente. Dogna è stato trovato a pancia in giù in una pozza di sangue, in un appartamento insolitamente in disordine, un aspetto che potrebbe suggerire una colluttazione prima dell’omicidio.

A scoprire il cadavere sono stati la sorella e il cognato, preoccupati perché l’uomo non dava più notizie dalla sera precedente. Alcuni testimoni hanno riferito ai carabinieri di aver sentito urla provenire dall’appartamento durante la notte dell’omicidio, un particolare che potrebbe aiutare a restringere l’orario dell’aggressione.

Le indagini proseguono per dare un volto e un nome all’assassino e ricostruire il movente di un delitto che appare sempre più efferato.

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